Giuro che ho dovuto controllare su un cd se questo chitarrista era veramente il Mattias Barjed dei Soundtrack of Our Lives: sì, è proprio lui! Misteri della musica. Che uno capace di firmare molti dei brani del bellissimo ed elegante “Origin vol.I”, si trasformi in un novello emulo di Angus Young/ Jimmy Page come un ragazzino pronto ad omaggiare i suoi miti, è quello che rende speciale l’arte delle note e degli accordi.
I Free Fall sono l’hard rock di “High Voltage”, di “Led Zeppelin II”, di “Kick out the jams”, ritoccati con la sensibilità dei nostri tempi. Ma neppure tanto. Ascoltate la title-track o l’anthemica “Free fall” e ditemi se non viene da muovere le chiappe, sognando di essere sotto il palco ad urlare “louder, loudeeeeer, loudddeeeeeeeeeeerrrrrrrrr!!!!”, imitando il sorprendente Kim Fransson, cantante da esplosione di tonsille emerso (mi pare..) in uno dei tanti talent-show che infestano l’Europa del Nuovo Millennio.
Il resto si divide tra scintillanti ultra-energy rock ’70 come “Top of the world”, ma soprattutto “World domination” e “Love bombing”, davvero micidiali e detonanti, ed i brani più bluesy ed intensi, spesse costruzioni zeppeliniane come “Midnight vulture”, la clamorosa “Attila” e la sinuosa e spiritata “Damnation” (chi ha detto Kashmir?...nda), roba da album coi controcazzi.
Non sto neppure a farvela lunga, se siete di quelli che “non fanno più l’hard bastardo di una volta..” prendetevi i Free Fall e finitela di spaccare i marroni. Per i rocker più attenti alle novità: uno dei dischi da avere quest’anno.