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Flotsam and Jetsam si erano autoprodotti "Ugly Noise", uscito già negli States sul finire del 2012, realizzando un album decisamente superiore alle loro ultime uscite, tanto da attirare le attenzioni della Metal Blade che, a distanza di dodici anni (da "My God" del 2001), offre nuovamente il proprio supporto ai Flots.
Che, come già fatto capire, non se la lasciano sfuggire, potendo contare non solo su un lavoro quantomeno competitivo, ma anche su una line-up ritornata
importante.
Su "Ugly Noise" ritroviamo, infatti, la stessa formazione che aveva inciso "Cuatro", "Drift" ed "High": praticamente quattro quinti della band che era presente sullo stupendo esordio, ed il bassista Jason Ward al basso, ai tempi subentrato a Troy Gregory in quello che era stato il ruolo di Jason Newsted, il quale ha peraltro dato un suo contribuito alla composizione di "Ugly Noise".
Un album dove ci sono canzoni che rimandano al periodo più Speed & Thrash del gruppo, come la titletrack, "Rage" e sopratutto "To Be Free", alcune invece che ricordano lo stile degli ultimi Armored Saint e gli Anthax meno thrashy ("Gitty Up" o la doomeggiante "Run and Hide", quest'ultima indubbiamente uno degli highlight del disco) ed altre che
flirtano con soluzioni Alternative, che vanno da quelle più catchy della ballad "Rabbits Foot" e di "I Believe", sino a quelle escursioni al limite dell'Industrial che ritroviamo nelle pulsazioni elettroniche di "Motherfuckery".
I musicisti coinvolti, ormai non hanno più nulla da dimostrare, e lo stesso Eric A.K. conferma - ma c'era da dubitarne? - tutta la sua bravura e versatilità, e così, ben sostenuti anche da un songwriting variegato, mai banale e
quasi all'altezza della fama del gruppo, i Flots danno vita ad un lavoro con diversi spunti interessanti e tutto sommato ben riuscito.
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