Inossidabili
Paradox, contro tutto e tutti, contro le avversità del destino, contro un pubblico che li considera già poco in Germania e praticamente zero nel resto del mondo, una delle band più sfortunate dell'universo metal e non, che dopo il comeback del 2008 a titolo "
Electrify" ha ripreso una certa stabilità, visto che in breve tempo sono arrivati "
Riot Squad" l'anno successivo e finalmente questo "
Tales of the Weird" uscito sempre per
AFM Records negli ultimissimi giorni del 2012 e che viene recensito solo oggi su Metal.it perchè noi siamo una webzine sempre sul pezzo.
La formula non è cambiata di una virgola, siamo sempre di fronte ad una sorta di power thrash a stelle e strisce combinato con un'ovvia matrice teutonica, fate conto di ascoltare i
Rage mischiati con un gruppo a caso non di primissima fascia della Bay Area di metà anni '80: purtroppo per i Paradox anche i problemi non sono cambiati di una virgola, la loro proposta è sempre valida (ma non eccezionale) ma ci vogliono tanti, troppi ascolti per assimilare tutte le loro costruzioni, i loro stop & go, i loro cambi di tempo, e nell'epoca degli mp3 e del disco già vecchio appena uscito perchè ce ne sono altri da dover scaricare in fretta e furia allora "Tales of the Weird" non riesce decisamente a conquistare lo spazio che meriterebbe.
Per onestà va anche detto che questo loro sesto album sintetizza fedelmente, come sempre d'altronde, la loro carriera fatta di ampie sufficienze, di buone canzoni, di ottime intenzioni e sprazzi ma nulla più, nulla che riesca davvero ad incidere e durare a lungo nel tempo.
Insomma, il solito decente/carino disco dei Paradox che però non cambia la vita manco un po': da avere solo se siete fan accaniti di questa band, ma visto che per leggere questa recensioni siete probabilmente italiani la cosa non dovrebbe riguardarvi assolutamente.
Al prossimo disco, cari vecchi inossidabili Paradox!
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