I
Mortuary Drape, storica band black/death formatasi nel lontano 1986 in Piemonte, ad Alessandria, dopo aver dato alle stampe una pietra miliare del black metal italiano, e del metal estremo in senso lato, come
“All the Witches Dance” nel 1994, a distanza di due anni si ripresentano con
“Secret Sudaria”, tramite la tedesca
Nazgul's Eyrie Productions.
La line-up è stabile, salvo l’ingresso nella squadra di
Nequam alla batteria – già presente nell’Ep del 1996
Mourn Path – sgravando così il peso a
Wildness Perversion, il quale doveva destreggiarsi tra microfono e pelli, che non è proprio la cosa più agevole dal punto di vista fisico, visto e considerato anche il genere piuttosto estremo dei
Mortuary Drape.
La ricetta dei piemontesi prosegue più o meno con fedeltà il percorso intrapreso con
“All the Witches Dance”, proponendo un black metal dalle forti influenze death. Probabilmente rispetto al suo predecessore la componente death è più spiccata a discapito di quella nera e del lato più atmosferico del Drappo Mortuario. La sceneggiatura che tiene in piedi il platter è sempre la stessa degli esordi per i
Mortuary Drape, e lo sarà per tutto il corso della loro carriera: occultismo, negromanzia, sortilegi di magia nera e satanismo, che si concatenano all’interno di un culto spirituale mistico.
Ci troviamo di fronte a 11 brani, di cui una strumentale atmosferica a poco più di metà tracklist, che scorrono molto bene senza affatto affaticare l’ascoltatore. Bensì ci sono molti episodi diretti (
"Obsessed by Necromancy",
"Necromancer",
"Evil Death", giusto per citarne qualcuno), dove si avverte oltre alla forte impronta death, anche quella dei primi
Venom, dei
Bathory e molte dinamiche ascrivibili al thrash di inizio anni 80; così come si ravvisa emergere in taluni momenti lo spettro dei
Motorhead, ma a pensarci è naturale, tutto sommato Venom, Bathory, così come altre realtà di quegli anni erano state pesantemente influenzate dall’attitudine selvaggia e ridondante del genio di
Lemmy.
Come nel suo predecessore, all’interno delle varie canzoni troviamo un ottimo arricchimento melodico dato dal lavoro in fase solista della coppia Sacrifice/Necromancer, e da un guitarwork che al suo rifferama tellurico intreccia melodie che richiamano vagamente la N.W.O.B.H.M., come per esempio avviene in
“Abbott”,
“Presences” o in
“Wandering Spirits”.
"Secret Sudaria" si configura forse come leggermente inferiore rispetto a
"All the Withces Dance", probabilmente poiché ha un po’ disperso quella magia nera – che pur è accennata in brani come
“Abbot” – affiorante dalle oscure armonie e dai vari passaggi atmosferici dei primi
Mortuary Drape…ma si tratta di una sottigliezza e forse è perlopiù una questione di gusto, ed è per questo che assegno ad entrambi il medesimo voto.
Il secondo lavoro dell’iconica formazione di Alessandria rimane un pilastro della fiamma nera italiana, la quale non si è mai rinchiusa nello stilema di un unico genere; e lungi dall’essere un esecutore passivo ha sempre riplasmato a suo piacimento la materia metallica, imprimendovi la propria impronta.
...Se ancora non lo avete nella vostra collezione recuperatelo immediatamente.
Recensione a cura di
DiX88
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