Nahar - Strange Inconvenience

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:47 min.
Etichetta:Avantgarde

Tracklist

  1. GREY CONCRETE... COMFORT
  2. PURYFING NEGATIVITY
  3. D.M.T.
  4. PESSIMIST
  5. AN ATAVISTIC MANNER
  6. ELéCTRIC EQUINOX

Line up

  • S.V.H - All instruments
  • Sorghal - Vocals

Voto medio utenti

Nati come progetto ispirato al black metal delle origini, i francesi Nahar si ripropongono con un sound rinnovato e più articolato, affrontando un percorso musicale più complesso e meno monocorde. Sin dalla prima traccia, Strange Inconvenience si stabilisce con le sue atmosfere doomy ma non eccessivamente cupe, attestandosi sull'uso di mid-tempo e tradendo molto volentieri una spiccata anima depressive-black che rende sicuramente meno standard l'incedere della composizione. La formula è tanto semplice quanto non banale, temi portanti che vengono ripresi, ripetuti, modificati e variati, anche con escursioni pulite o inserimenti ambient all'interno della stessa, lunga, canzone. Di tanto in tanto, come nel finale di Puryfing Negativity ed Eléctric Equinox, risaltano delle accelerate, con up-tempo che ancora una volta ricordano le prime ispirazioni dei Nahar. C'è da dire che il disco scorre via senza intoppi, anche se, alla lunga, i pezzi soffrono di una certa staticità e ripetitività strutturale, senza fornire mai quei guizzi di varietà e di estro che avrebbero potuto fare la differenza tra un lavoro ascoltabile e uno invece decisamente sopra le righe. I brani infatti contengono buone idee, sono ben suonati e sviluppati in maniera coerente, solida, risultando forse fin troppo coerenti con uno stile fisso e poco incline alle variazioni, finendo per risultare, purtroppo, un po' prevedibili. Strange Inconvenience è un album sicuramente d'atmosfera e non brutto, ma con pochi picchi di qualità e che sa un po' troppo di “mestiere”; risulterà sicuramente piacevole per gli appassionati delle atmosfere doom caratterizzate da un sound più stridente, di matrice black metal, ma, se quello che si cerca è freschezza nel genere e nuove soluzioni espressive, bisogna senza dubbio guardare altrove.
Recensione a cura di Antonio Enoth Cassella

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