E' passata una vita da quando il sottoscritto, allora poco più che quattordicenne ed incuriosito dalla pubblicità dell'omonimo album che passava ogni sera su VideoMusic, per Natale 1989 ricevette dalla sorella il debutto degli
Skid Row e rimase fulminato da un disco favoloso, tutt'oggi nell'olimpo dei capolavori dell'hard rock: brani come "
Youth Gone Wild", "
Piece of Me", "
Midnight/Tornado" ed ovviamente le ballatone "
18 and Life" e "
I Remember You" risuonano immortali, così come fece ottimamente il successivo "
Slave to the Grind" che consacrò la band di
Dave Sabo e del bellone e dannato
Sebastian Bach come protagonisti assoluti del panorama rock mondiale.
Dopo 4 anni di attesa ed una svolta musicale mai digerita "
Subhuman Race" spaccò decisamente l'audience, e complice l'insorgere di altre sonorità dal west americano il fascino ed il successo degli Skid Row calarono in maniera drastica, con il crack definitivo coinciso con l'abbandono del carismatico singer.
Nonostante due buone recensioni sul nostro portale dell'indimenticato
Whora, i successivi album col neoentrato
Johnny Solinger alla voce hanno registrato un flop commerciale e soprattutto artistico: "
Thickskin" del 2003 e l'ancora peggiore "
Revolutions per Minute" hanno rappresentato un po' per tutti una pietra tombale sulla gloriosa ma breve carriera della band del New Jersey che oggi ci riprova con l'uscita di 3 EP al posto di un album solo.
"
United World Rebellion: Chapter One" quindi è il preludio ad altri due capitoli che vedranno la luce a breve, mentre questa prima parte arriva sul finire di Maggio 2013: è bene dire che rispetto ai due album precedente appare una sorta di miracolo, una band in forma, un hard rock intenso, aggressivo, energico e frizzante ma purtroppo poco continuo e che non riesce a reggere il passo di una certa qualità.
Intendiamoci, non sono tra coloro che vedrebbero come la panacea di tutti i mali il ritorno di Bach in formazione, in primis perchè il buon Johnny non mi dispiace affatto e poi perchè se c'è un problema negli Skid Row attuali è tutto nel songwriting, in brani che purtroppo a volta non riuscirebbe a far decollare nemmeno un redivivo
Freddie Mercury in persona: ad esempio "
Get Up" è scialba ed anonima nonostante un certo tentativo di (eccessivo) appesantimento delle atmosfere, mentre al contrario l'opener "
Kings of Demolition" è letteralmente perfetta, quasi da lacrime: rock come poche, intensissima, trascinante, con Solinger perfettamente calato nella parte e con un chorus ottimo.
Se tutto "
United World Rebellion: Chapter One" fosse rimasto su queste coordinate e questa qualità avremmo avuto il vero ritorno con i controfiocchi degli Skid Row: purtroppo non è così ("
Get Up" e la conclusiva "
Stitches" presentano l'ennesimo inefficace riff, un leggero quanto inutile indurimento) ma perlomeno siamo su ambiti sufficienti e lontani dalla mediocrità dei due dischi precedenti.
E' pur sempre qualcosa da apprezzare, nella speranza che i prossimi due EP siano maggiormente sulle coordinate rock di "Kings of Demolition" e della pur ordinaria ma apprezzabile ballad "
This is Killing Me", consci che i tempi di
Quicksand Jesus e
Big Guns sono lontani, inarrivabili, ma scolpiti nella pietra.
Indubbiamente il miglior materiale registrato mai da
Solinger.