Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:35 min.

Tracklist

  1. RECURRING FAULT
  2. MAN OF STRAW
  3. CONSUMED
  4. RECKONING
  5. BARREN MOOR
  6. A FOOL'S HOPE
  7. CHOICE
  8. DIMMING
  9. OUTCAST

Line up

  • Timothy Bertolini: vocals, guitar
  • Daniele Pasetto: vocals, guitar
  • Gherardo Sabaini: bass
  • Jacopo Frapporti: drums

Voto medio utenti

La tecnologia e la Rete hanno enormemente facilitato la possibilità di “fare” musica e di promuoverla in maniera capillare, ma dall’altro canto queste agevolazioni sicuramente positive hanno contribuito fatalmente a saturare il “mercato”, rendendo sempre più arduo per i musicofili raccapezzarsi in questo convulso marasma di stimolazioni sonore, a cui spesso, purtroppo, non si concede nemmeno un’adeguata attenzione, allettati da un’offerta davvero inesauribile e frenetica.
Accade, così, che un gruppo interessante come gli On A Bridge Of Dust realizzi un disco nel 2011 e che sia necessaria, a due anni di distanza, l’opera benemerita dell’Atomic Stuff per vederlo uscire dal cassetto in cui era stato riposto e offrirgli una doverosa “seconda possibilità”.
“Facing the opposite” è, infatti, un degnissimo esempio di alternative (o post-prog-rock, per chi ama le definizioni più cool …) edificato sugli insegnamenti di Tool, Porcupine Tree, Rush, A Perfect Circle, Katatonia e (primi, soprattutto …) Dredg, sviluppato con una discreta vitalità espressiva, ancora un po’ immatura, magari, e tuttavia già parecchio affascinante.
Malinconia, tensione emotiva e quella sorta di sentimento “d’oppressione” tipici del genere di riferimento, vengono trattati con destrezza nelle composizioni dei veronesi, che piacciono anche per il tentativo di guardare oltre i propri modelli, il quale, una volta consolidato e sviluppato ulteriormente, potrebbe davvero riservare grandi soddisfazioni.
Per adesso, “accontentarsi” di brani intriganti come “Recurring fault”, “Man of straw”, “Reckoning” e “Outcast” o esultare per la qualità di classe superiore offerta dalla splendida “Consumed”, dalla magnetica “A fool's hope” e dalla fremente “Dimming” non sarà un’enorme “fatica” … il senso di dejà-entendu e appena un pizzico di ripetitività sono comunque arginati dallo spiccato grado d’intensità sensoriale procurato da soluzioni armoniche piuttosto appassionanti, a cui manca veramente poco per ambire ad una completa forma di soggiogazione.
Superare definitivamente “l’eccessivo ascendente” dei “maestri” rappresenta l’obiettivo primario degli On A Bridge Of Dust, un gruppo sulla cui evoluzione personalmente confido molto e che merita fin da ora senza dubbio un po’ del vostro tempo …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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