Gli svizzeri
Mumakil picchiano duro, picchiano forte, nel giro di pochi secondi, quindi nel giro di pochissime canzoni, sono capaci di ridurvi in poltiglia sanguinolenta, grazie al mostruoso e ferale grindcore di cui sono portabandiera, tanto più mostruoso anche grazie ad un singer dall’ugola devastante e da un songwriting epilettico e mai domo. Provare, una caso “
Shit Reminders”, per credere.
Quello che però i Mumakil non capiscono è che non servono 37 minuti di assalto sonoro per annichilire. 20 minuti annichiliscono, 37 fanno venire due coglioni così.
Anche perché dopo un po’ le canzoni tendono ad assomigliarsi tutte e già al secondo ascolto sembra di immergersi in un magma sonoro caotico e indistinguibile. È ovvio che il mio discorso vale in un’ottica di critica nude a cruda, perché è altrettanto ovvio che gli appassionati di grindcore, coloro i quali cercano solo un potente anestetico conto la realtà quotidiana, troveranno durissimo pane per i loro denti.
Ad ogni modo i
Mumakil sono un gran bel gruppetto e il loro sound è l’equivalente musicale di una Gatling Machine Gun a sei canne rotanti.
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