Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:57 min.
Etichetta:Escape Music

Tracklist

  1. PERFECT SORROW
  2. BORN IN THE UNDERWORLD
  3. SHADOW OF THE STONE
  4. CURED
  5. I DON’T BELIEVE IN FORTUNE
  6. IF THE DREAMS COME TRUE
  7. THE RISE AND FALL OF BARRY LYNDON
  8. BRING ON THE NIGHT
  9. NOT THE JEALOUS KIND
  10. SAINT OR SINNER
  11. LAST STATION: NIGHTMARE
  12. HOW THE STORY ENDS
  13. TRUTH NEVER LIE

Line up

  • Aldo Giuntini: guitar
  • Tony Martin: vocals
  • Fulvio Gaslini: bass
  • Fabiano Rizzi: drums
  • Roberto Gualdi: drums

Voto medio utenti

Domanda: può un album essere bello (per davvero, eh, …) e appassionante pur senza dire nulla (proprio niente, eh, …) di “nuovo”?
Risposta: sì, anche perché altrimenti le uscite discografiche di questi ultimi tempi (e non solo …) sarebbero quasi tutte una completa delusione.
Aldo Giuntini e il suo Project giunto all’inossidabile quarta prova, dimostra ancora una volta che affidarsi alla tradizione non è per nulla un atteggiamento imbelle e deleterio, se poi si possiedono la necessaria attitudine ed i mezzi espressivi per rendere efficace e credibile l’intera iniziativa artistica e in tal modo si riescono a conquistare anche i più smaliziati appassionati del genere.
Praticamente impossibile, infatti, per i defenders sostenitori dell’arte immarcescibile di Rainbow, Dio e Black Sabbath sottrarsi al magnetismo di questo “IV”, un lavoro capace di celebrare i maestri impossessandosi del loro “spirito”, restituendolo rivitalizzato e florido.
Ovviamente la conferma di Tony Martin dietro il microfono, in splendide condizioni di forma peraltro, non può che costituire un importante “valore aggiunto” in grado di rafforzare l’immagine nitida di validissimi continuatori di un suono che non ha perso una stilla del suo fascino, nemmeno a distanza, ormai, di “qualche” annetto dalla sua prima “comparsa” sulla Terra.
Gli svettanti registri di una voce enfatica e comunicativa, una chitarra funambolica e sensibile, capace di riff impetuosi o cadenzati e solos impregnati di buongusto e feeling, s’intersecano, così, con un songwriting costantemente vibrante e “a fuoco”, sostenuto da una solidissima sezione ritmica e da arrangiamenti di notevole pregio, per un programma che vince e convince in tutti i suoi frammenti, trasudando classe e talento da ognuno dei suoi pori sonici.
Amanti dell’hard n’ heavy degli eighties, affidatevi, dunque, con tranquillità a “Perfect sorrow” e “Saint or sinner”, artefici di frenetici flutti di adrenalina, a “Born in the underworld”, “Shadow of the stone”, "Cured” (un arcigno gioiellino, con inclusioni di Savatage nella pulsante lega metallica), "Bring on the night” e "Not the jealous kind”, evocanti scenari plumbei e sontuosi, oppure ancora a "I don’t believe in fortune” e alle Ozzy-ane (con fraseggi tra Randy Rhoads e Jake E. Lee …) "If the dreams come true” e “Truth never lie”, che con le loro atmosfere maggiormente spigliate e le loro dilatazioni melodiche appaiono predisposte a sedurre chi predilige il lato più classy della questione.
Gli strumentali “The rise and fall of Barry Lyndon”, liberamente ispirato dal “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick (con tanto di citazione della Sarabanda dalla Suite n. 4 in re minore di Händel, presente nella colonna sonora del film) e "Last station: nightmare”, inoltre, illustrano in maniera incontrovertibile la differenza che passa tra un autentico e sensibile guitar-hero come Aldo e i tanti onanisti delle sei corde in circolazione, mentre tocca a “How the story ends” aggiungere il nome di Metallica e Megadeth al nobile elenco di suggestioni acquisibili durante l’ascolto dell’opera.
Non rappresenterà una novità “assoluta” della vostra esistenza, ma “IV” è un viaggio tra Paradiso e Inferno che si fa sempre molto volentieri …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Inserito il 07 giu 2013 alle 08:51

MEGLIO DI QUANTO PREVEDESSI...BENE......

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