Ho dovuto ascoltare più volte
Gravity per riuscire a metabolizzarne tutti i passaggi, "colpa" di strutture di base inequivocabilmente prog rock, con conseguenti partiture ritmiche e chitarristiche arabescate in un intrico di cambi di tempo e ghirigori tecnici dal sapore anni '70, che richiamano l'ultimo album degli Opeth o semplicemente nomi come gli YES o i Pink Floyd. A rendere Gravity un album più moderno e contemporaneo intervengono le altre due influenze principali della band: da una parte il post rock di nomi come Alice In Chains, Stone Temple Pilots e Tool (
Lighthouse,
Receiver,
The Curity); dall'altra quello che è stato erroneamente etichettato dalla critica come gothic metal e che invece è quella tendenza innata nelle bands
finlandesi alle melodie malinconiche, che sanno di autunno e di distese marine sotto cieli grigi (
Gravity,
End of the World). La si potrebbe accostare agli Anathema di lavori come Judgment o A Natural Disaster, ma anche a certe indie bands inglesi come Catherine Wheel. Tutto questo rende il quarto album dei
Nosdrama alquanto interessante e, il più delle volte, coinvolgente. Qua e la si avverte qualche brano che tende a ripetersi, superfluo, ed accorciare la lista delle canzoni presenti avrebbe giovato all'impatto finale, evitando qualche "dispersione di segnale". Da rilevare alcuni punti curiosi. Primo: la voce di Ari Niemi, così tipicamente indie da generare un interessante contrasto con le onnipresenti radici prog; potrebbe, comunque, usarla in maniera più duttile ed espressiva, mentre tende alla monocromia (che è borderline, a volte, con la monotonia). Secondo: la produzione, anche questa più da band indie che da band prog o post rock, mancando di suoni adeguatamente enfatizzati e pompati e preferendo tinte più intimiste. Terzo: si tratta, è vero, di un lavoro dai tempi ritmati ma mai troppo accellerati e dal mood altalenante fra frizzanti parti prog o post rock e malinconiche parti melodiche, ma la chiusura con
Written in Blood lascia un po' perplessi, trattandosi di una sorta di cupa ballad gothic, che mette un sugello di inquietudine al tutto e sembra voler far interpretare i brani precedenti in un'altra ottica. O, più semplicemente, potrebbe essere un pezzo fuori posto in questo disco (la qualità non è eccezionale). Come dicevo sopra, lavoro interessante, forse un pochino acerbo, anche se è il quarto e non il primo dei Nosdrama. Vale la pena ascoltarli.
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