Back from the grave. Come direbbe
Steve Silvester all'ispettore
Coliandro: "sapessi quante volte sono morto". Ed infatti, alla fine della puntata in cui i
Death SS sono stati chiamati a partecipare nel ruolo di se stessi, dopo essere stato assassinato, lo si rivede passeggiare per strada col suo cane. I vampiri non muoiono, resuscitano ogni notte, e dopo sette anni da
The Seventh Seal, anni in cui Steve si è dedicato a progetti cinematografici, collaborazioni e progetti solisti (
W.O.G.U.E. e
Sancta Sanctorum), ecco
Resurrection. Alla faccia di tutti quelli che per invidia gli hanno affibbiato la reputazione di portare sfortuna ed avevano dato la band per conclusa. A loro viene dedicato l'ultimo brano dell'album, l'ironica
Bad Luck, in stile Shock to the System di Billy Idol, punk/rock/metal. Dico subito, che, con mia gioia, Resurrection è un discone, sintesi ideale dei vari percorsi stilistici toccati negli anni dalla band. L'accattivante e ruffiana opener
Revived, fra Marilyn Manson ed ebm richiama il periodo
Panic, senza perdere un solido substrato metal alla WASP. Un potenziale hit. Il gothic metal di
The Crimson Shrine, altro probabile hit, ricorda la produzione dei Theatres des Vampires (che quest'anno suoneranno con loro al Metal Camp Sicily. Un'accoppiata assolutamente da non perdere.) ed influenze tedesche.
The Darkest Night, primo singolo e video estratto dall'album, è un classico power metal orrorifico alla Death SS, che in alcuni punti mi ricorda gli Angra di Holy Land.
Dionysus, ritmata e sincopata, dagli accenti cupi e con un tappeto di tastiere di sottofondo, è un mix fra gothic metal e le ballate heavy metal fra Lizzy Borden e Black Sabbath.
Eaters richiama da vicino Thunder Kiss 69 di Rob Zombie, rivisto in chiave Black Sabbath.
Star in Sight ricorda i Kovenant.
Ogre's Lullaby, secondo singolo estratto, parte con un inquietante carillion alla Lordi/Tim Burton per proseguire con un sulfureo doom anni 70/80 sporcato di suoni horror industrial alla Kovenant.
The Song of Adoration, col suo intro di musica orientale ed i richiami all'Oriente disseminati qua e là, le litanie femminili e gli oscuri e dilatati giri di tastiere, è pregna di richiami occulti ed assomiglia ad una marcia funebre.
Precognition è un mix fra Nine Inch Nails e power. Come sempre Steve si è circondato di ottimi musicisti e si sente: Al De Noble (ovvero Aldo Lonobile dei Secret Sphere) alla chitarra, Glenn Strange al basso, Bozo Wolff (Secret Sphere) alla batteria e Freddy Delirio alle tastiere (W.O.G.U.E.). Resurrection non è frutto di un lavoro compositivo unitario, ma buona parte dei brani che lo compongono sono apparsi o dovevano apparire in progetti televisivi e cinematografici vari. Altro segno di distinzione è l'artwork, curato da Emanuele Taglietti, autore, oltre che delle scenografie di film importanti come Giulietta degli Spiriti di Fellini, delle copertine di classici del fumetto di genere anni '70, come Zora. I Death SS sono sempre stati una delle poche bands realmente avanguardistiche ed internazionali in Italia, non solo dal punto di vista musicale ma anche di immagine e contenuti, una band che nessuno è mai riuscito a copiare.
Bentornati!