Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2013
Durata:50 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. BLOOD OF ENEMIES
  2. EYES OF ANARCHY
  3. NOTHING SHALL REMAIN
  4. ONE MOMENT OF HATE
  5. AN ONCOMING STORM
  6. MIND CONSPIRACY
  7. IN THE ABSENCE OF YOUR GOD
  8. WE RISE
  9. SLAVES TO THE GREED MACHINE
  10. THE FINAL CHAPTER
  11. REBORN FROM DARKNESS
  12. THE ARCHITECT OF IMMORTALITY

Line up

  • Nick: vocals
  • Tobias: guitars
  • Chris: guitars
  • Björn: bass
  • Pit: drums

Voto medio utenti

Se il nome di questa band poteva far pensare all'ennesimo Progressive (Death ?) Metal wannabe e la copertina a qualche trucida formazione lanciata sulla scia di Absu o dei Bal-Sagoth, l'ascolto di "The Rise of Resistance" ci riconduce invece ad una nicchia dove si sono riparate sonorità Heavy e Thrash Metal, con i Circle of Silence che, seguendo un indirizzo musicale non troppo distante da quello di alcuni loro connazionali come Brainstorm o Mystic Prophecy, realizzano quello che è ormai il loro quarto full length.

I Circle of Silence sono, infatti, una formazione rocciosa e compatta, che già a partire da "Blood of Enemies" garantisce un impatto frontale, pur senza disdegnare un pizzico di melodia, con le loro canzoni che, come ad esempio riesce a "Eyes of Anarchy", "Mind Conspiracy" o a "We Rise", rafforzano la mia idea di un riuscito incontro tra primi Rage, Primal Fear ed Iced Earth.

Tra gli aspetti più convincenti del disco, spicca sicuramente la prova del loro cantante, Niklas Keim, ruvido quanto basta ma anche in grado di dare alle singole composizioni le necessarie variazioni.
Certo, qualche brano è un po' meno efficace di altri, come "Nothing Shall Remain" e "Slaves to the Greed Machine" (a causa di alcune scelte fin troppo scontate), altri invece meriterebbero maggiori fortune, e mi rifaccio tanto alle mazzate piazzate da "One Moment of Hate", quanto alle riuscite variazioni messe in campo nella conclusiva "The Architect of Immortality".

Tutto sommato non lascerei che i Circle of Silence passino del tutto inosservati.




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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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