E’ uscito da parecchio tempo questo “Hypocrisera”, opera di un collettivo di musicisti italiani raccolti sotto il nome di
Achernar Dream, un album che viene presentato come disco di “art-prog”, qualunque cosa voglia dire.
Sette brani, prevalentemente strumentali, che cercano di costruire una sorta di viaggio atmosferico/emozionale mischiando una quantità di cose: stralci sinfonici, qualche passaggio metal, un’orgia di note di pianoforte, archi, pifferi, tastiere, arrangiamenti orchestrali, vagiti di neonati, respiri affannosi, voci femminili sul tipo dark-goth e quant’altro. Il tutto però con un taglio rarefatto, diafano, che dovrebbe affascinare l’ascoltatore ma spesso appare decisamente lamentoso se non proprio tedioso.
L’impressione è che non ci sia nessuna reale direzione, al di là della autocelebrazione narcisistica dello strumentista che vuole apparire tecnico, sofisticato e sensibile al tempo stesso, puntando ad un elìte che aborrisce qualsiasi musica possa piacere al primo ascolto. Qui però si rischia l’effetto opposto, con un lavoro senz’altro alternativo ma che non decolla mai e rimane ancorato ad un’attitudine poetica minimalista e lontana.
Ammetto di non essere il più indicato per questo tipo di proposta, ma se l’idea era di creare qualcosa di leggiadro, sognante e misterioso, si è ecceduto con le dosi e l’effetto risulta abbastanza soporifero.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?