Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:40 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. DU, MITT KONSTVERK
  2. THE GHASTLY SILENCE
  3. HAN SOM HATAR MäNNISKAN
  4. HAIL DARKNESS HAIL
  5. DET STORA GRå
  6. FOR THE GOD BELOW

Line up

  • Niklas Kvarforth: vocals, guitars, keyboards, lyrics
  • Ludwig Witt: drums
  • Christian Larsson: bass
  • Peter Huss: guitars

Voto medio utenti

Nell’istante in cui appresi che il (non più ormai, ad onor del vero) nuovo parto discografico della band scandinava si sarebbe chiamato Redefining Darkness, fece istintivamente capolino nella mia mente Reinventing the Steel dei Pantera. Ho sempre dimostrato una certa idiosincrasia verso i titoli pomposi, i cui stolidi proclami molto spesso vengono confutati dal contenuto dell’album (proprio come avvenne per i nostri cowboys dall’inferno con la loro ultima fatica). Ciò premesso, sono ben lieto di comunicare ai lettori di metal.it che, per una volta, i funesti presagi di cui sopra vengono dissipati dall’ottavo (e primo senza la caratteristica numerazione progressiva nel titolo) full lenght degli Shining. Trovo, infatti, che di qualità musicale, nelle sei tracce che compongono il platter, se ne possa scovare in abbondanza.

Certo, i fans della prima ora si scaglieranno con protervia contro il combo capitanato dal controverso mastermind Niklas Kvarforth, additandolo di un progressivo ammorbidimento del sound (già ampiamente percepibile nel precedente VII – Född Förlorare). In franchezza, credo sia il caso di farsene una ragione: l’abisso d’insondabile disperazione che promanava dai solchi degli esordi discografici è scomparso; parimenti, non verrete più sommersi dalle ondate di tetro malanimo che capolavori quali III – Angst, Självdestruktivitetens Emissarie o V – Halmstad erano in grado di riversare nei vostri padiglioni auricolari. Se è pur vero che il trademark sonoro della band rimane riconoscibile senza affanno, è altrettanto vero che in Redefining Darkness v’imbatterete spesso in arrangiamenti morbidi, soluzioni raffinate, clean vocals, sezioni acustiche zeppe d’intimismo e, in ultima analisi, melodie accessibili.

Questo è un male? Si tratta di maturazione o di astuta scelta dettata da opportunistiche finalità? Simili quesiti, già posti in passato per migliaia di dischi e bands del nostro genere favorito, sono senza dubbio oziosi, visto che non avremo mai una risposta certa. Ciò che conta sapere per quanto mi riguarda è che, come detto, le canzoni funzionano eccome.
Cito, in tal senso, il magnifico brano iniziale, Du, Mitt Konstverk, il cui furente incipit avrebbe potuto suggerire un ritorno alle origini, se non venisse poi soppiantato da una parentesi acustica degna degli Opeth più riflessivi. Oppure Han Som Hatar Människan, con quel riffing così riconoscibile e così dannatamente efficace. O ancora la conclusiva For the God Below, i cui ispirati ricami chitarristici hanno il pregio di lasciarci un buon sapore in bocca dopo aver terminato l’ascolto.

Tirando le somme: non raggiungerà gli incommensurabili livelli dei migliori capitoli della band, non ridefinirà l’oscurità come baldanzosamente annunciato, non vi farà sprofondare in una pozza di depressione come ai bei vecchi tempi, ma l’ottavo album degli Shining è comunque bellissimo. E di questi tempi, purtroppo, non è affatto cosa da poco.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 07 lug 2013 alle 09:19

Secondo me un disco molto bello.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.