Osannati dai propri fans ed ignorati da tutti gli altri, i
Valient Thorr pubblicano il sesto lavoro da studio in oltre un decennio di attività. La band del Nord Carolina gode di grande rispetto per l’incessante presenza live, sia come apripista per gruppi più noti che come headliner insieme ad altri misconosciuti. Tutti descrivono i loro show come esplosivi e non si fatica a crederci, vista l’immagine irsuta e stralunata da cazzari casinisti. Gente borderline, ma con gli attributi.
In questo album non troverete niente di particolarmente nuovo: una miscela di Ac/Dc, Motorhead, vocals punkeggianti, metal, groove spezzaossa, ritornelli anthemici e tutto il resto. Però tali ingredienti sono sfruttati bene, molto bene. I Valient Thorr hanno la splendida capacità di unire songwriting convincente ed energia inesauribile. Il quintetto possiede l’esperienza per condurre un assalto continuo ma distinguendo bene i pezzi, ciascuno con la propria identità fatta di cambi di ritmo, dinamiche travolgenti, assoli metallici e soprattutto parti vocali sempre diverse, gestite dalla voce maleducata del bizzarro Valient Himself.
Si passa da bordate heavy rock come “Immaculate consumption”, ”Good news bad news”, “Crowdpleaser”, perfette per scatenare il pubblico dei concerti, a pezzi appena più complessi quali la estesa “Torn apart” e la conclusiva “Call off the dogs”, che sembra quasi strappata ai Queens of the Stone Age più cattivi.
Se amate le bands dalla vera attitudine “on the road”, che suonano come volessero prendervi a calci nel culo, non mancate l’appuntamento con i Valient Thorr.
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