Questo è l’album su cui mi sono sbagliato non una, ma due volte.
Quanto contano per voi i testi, in un disco? Quanta attenzione prestate alle parole che accompagnano la vostra musica preferita?
E se vi dicessi che questo “
A Gentleman’s Legacy” è un concept album?
E se vi dicessi, inoltre, che è il sequel dell’ultimo album in studio dei
Mind’s Eye, intitolato “
A Gentleman’s Hurricane” del 2007?
… mi sa che sto cominciando a solleticarvi qualcosa…
Daniel Flores, batterista e mastermind sia dei succitati
Mind’s Eye che dei qui presenti
The Murder of My Sweet, ha dato un seguito alla storia di
Adam Evangelista, una ex spia della CIA che decide (nel primo album) di cambiare vita e di uscire dal gioco, prima di scoprire che la cosa non è facile come pensava… Il vecchio album (che sono andato a recuperare, gran bel disco, peraltro citato nella mezza copertina di sinistra di questo) si chiude con un mezzo colpo di scena che spiega la scelta del protagonista: Adam ha una figlia,
Pandora, ed è per proteggere lei che vuole abbandonare tutto. Ma l’invischio era troppo grosso, e Adam fa una brutta fine…
Fast forward a QUESTO album: la figlia di Adam, Pandora, è adesso una giovane donna… e ha seguito le orme del padre. È anche lei, infatti, una spietata killer, ma il suo scopo è un altro: vuole scoprire chi ha incastrato suo padre, ed eliminare tutte le persone nella sua personale blacklist, per poterlo così vendicare e liberarsi del suo fardello. Ce la farà? Non vi spoilero niente, ma sappiate che la storia è ben narrata e piena di colpi di scena, fino all’ultimo secondo…
Una storia così superbamente scritta è resa in musica in un album che avevo ascoltato distrattamente in macchina la prima volta, e mi aveva fatto poco effetto. Il giorno dopo, rimesso su in cuffie, è letteralmente esploso nelle mie orecchie: Daniel e la splendida voce di
Angelica Rylin (insieme al resto della gran band che sono i TMOMS) riescono a mettere in musica un piccolo gioiellino, suonato in maniera deliziosa, mai pestato, e finalmente con un mastering che fa respirare tutti gli strumenti, soprattutto la batteria, che suona ‘acustica’, vera. La voce di Angelica, che all’inizio mi era sembrata quasi fredda e scostante, acquista invece tutto il senso del mondo leggendo le lyrics e progredendo nell’ascolto di un disco quanto mai variegato, che non si limita al cliché del
female fronted metal di stampo
Within Temptation, ma che sa respirare, rallentare, acquistare morbidezza o viceversa esplodere in riff tagliaossa (e penso ed esempio a “
Kill your Darlings” o “
Heads or Tails”).
Mai come in questo “A Gentleman’s Legacy”, la musica è al servizio della storia, e mi sbalordisco nel dirvi che questo è, probabilmente, uno dei concept più azzeccati che abbia ascoltato negli ultimi anni. Piacevole, mai esagerato in nessuna direzione, suonato molto bene (avrei dato un db in più alle chitarre ritmiche e uno in meno alle tastiere in fase di mix, ma sono gusti), cantato come dio comanda, e (finalmente) con una storia che regge, ti cattura, ti spinge a leggere, oltre che ad ascoltare, per portare al gran finale di “
Finding Closure” quasi con la lacrimuccia all’occhio.
Mi tolgo tanto di cappello, quando riesco a trovare dischi di questa fattura. Complimenti ai
The Murder of My Sweet, allora, per essere ritornati tra le mie bands preferite.
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