Per fare un disco strumentale che mi tenga attaccato alle cuffiette per tutta la durata dello stesso e che mi faccia addirittura venir voglia di riascoltarlo, o ti chiami Jeff Loomis oppure hai davvero poche chance di riuscita. Beh, vedere il nome del buon Jeff tra i guest mucisians di questo nuovo disco di
Francesco Fareri ha contribuito senza dubbio a innalzare il mio interesse verso l'ultimo lavoro del musicista nostrano.
"Mechanism Reloaded" è infatti il quarto disco del guitar hero romano, che arriva a distanza di ben 6 anni dall'ultimo "Secrets Within", già passato (inosservato) da queste parti.
La critica maggiore che veniva mossa a Francesco era un'eccessiva linearità e noiosità delle varie canzoni, che finivano col fondersi in un'unica traccia lunga tutto il disco. Tanta tecnica, grande abilità compositiva ma poca originalità e ancor meno carisma, questo il sunto.
Bene, posso dire con relativa certezza che a distanza di 6 anni Fareri sembra finalmente aver acquisito le doti mancanti all'epoca della sua ultima uscita, riuscendo a sfornare un dischetto che nella sua mezz'oretta abbondante di durata riesce quantomeno a catalizzare l'attenzione.
Sarà proprio la durata ridotta che non permette di stancarsi, sarà l'ottimo inizio dell'omonima "
Mechanism Reloaded", dove troviamo subito il sopracitato
Jeff Loomis, al solito meraviglioso, sarà che l'influenza dello stesso Jeff è presente in un po' tutte le tracce dell'album (non credo sia un caso che la copertina richiami così tanto il penultimo lavoro solista del biondo chitarrista americano), sarà anche la seconda ospitata importante, quella del celebre rocker americano
Jon Finn su
"Evil's Icon"..sarà tante cose, ma sono convinto che "semplicemente" Francesco stesso è cresciuto e dopo quasi 20 anni di carriera è finalmente riuscito a dare alle stampe un lavoro che lo caratterizza e che non lo butta semplicemente in pasto all'industria come "uno shredder tra tanti".
Pollice alto quindi per "
Mechanism Reloaded" e per il suo creatore
Francesco Fareri, in attesa di sentirlo (spero davvero presto) con il suo vero e proprio gruppo, quei Virtual Mind in cui militano anche musicisti del calibro di Dario Ciccioni e Titta Tani. Per ora direi che ci siamo!
Quoth the Raven, Nevermore..
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