Ho sempre guardato con un certo timore ai progetti solisti, soprattutto quando questi provengono da personaggi di gruppi che stimo e apprezzo. Il rischio di rovinare l'idilliaca e divina immagine che ci siamo creati col tempo è davvero alto considerando che normalmente le direzioni intraprese sono quasi sempre due : viene riproposto il genere della band madre (e quindi un mare di scarti) oppure ci si trova davanti un disco lontano anni luce da qualunque cosa si potesse mai pensare.
Gli
House Of Lords fanno parte di quei gruppi che in un modo o nell'altro hanno segnato la mia crescita musicale, grazie al loro hard rock ricco di classe che tanto si allontanava dalla dilagante marea di formazioni di stampo più adolescenziale e festaiolo. Uno dei tratti distintivi è sempre stata la presenza di
James Christian, cantante dotato di una voce dai toni caldi e graffianti, sempre a proprio agio in ogni tipo di brano e così meravigliosamente diversa dalle tante 'sirene spiegate' in giro oggi come oggi (ma anche ieri come ieri).
Dopo 9 anni dall'ultimo
Meet The Man, ecco che la nostrana
Frontiers ci offre la possibilità di mettere le mani sulla nuova creatura di mister Christian. Per sua stessa ammissione questo album ha visto la luce in un periodo molto difficile della sua vita anche se le atmosfere sono quasi sempre solari e ricche di melodie ariose.
Lay It All On Me è la prescelta per dare il titolo al disco e per fare da opener e riesce perfettamente a instradare le aspettative verso quelle che saranno le coordinate generali dell'intero lavoro, fatto prevalentemente di rock melodico, ballad d'autore e una perfetta miscela tra quello che è l'hard rock degli House Of Lords e l'AOR di classe di mostri sacri quali
Journey e
Survivor, giusto per citarne due.
James non sbaglia quasi nulla, la sua voce sembra poter essere immortale e il suo cuore è totalmente riversato in ogni singola nota. Dopo quasi 30 anni dal debutto discografico, mantenere una tale freschezza compositiva può indicare soltanto che la passione è sempre stata la forza trainante indiscussa. Si passa con estrema disinvoltura da momenti più energici come
One Day In The Sun (la mia preferita),
She's All The Rage e la conclusiva e bellissima Welcome To Your Future a momenti più delicati come
Believe In Me, senza alcuna esitazione, con un songwriting vario e mai statico, mai ripetitivo.
Qualche passaggio leggermente sotto tono si può incontrare a metà cammino, ma sinceramente è nulla rispetto a quanto di buono c'è in
Lay It All On Me, che non fa altro che consacrare la carriera di uno dei personaggi di maggiore spicco dell'intera scena hard rock che anche al di fuori del suo gruppo storico riesce a regalarci un'intensità creativa ed emozionale difficile da trovare al giorno d'oggi. Una produzione ottima, un'esecuzione che rasenta la perfezione e un'interpretazione che dovrebbe essere insegnata alla
School Of Rock fanno di
Lay It All On Me un disco bello in tutti i sensi, consigliatissimo a tutti e praticamente obbligatorio per chi aveva gli House Of Lords come colonna sonora delle proprie giornate.
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