Parlerò del
Maniscalco Maldestro al singolare, come se fosse un entità unica e non un gruppo musicale formato da membri distinti, anche perchè parlare al plurale di un gruppo grammaticalmente singolare rischia di diventare un problema, soprattutto tenendo conto del fatto che Il Maniscalco Maldestro singolare lo è davvero, anche se in tutt'altro senso.
Ora, dopo questo caotico ma fondamentale cappello introduttivo, permettetemi di dire una cosa che già il collega Aimasso prima di me disse in occasione di una precedente recensione: Il Maniscalco Maldestro è un genio.
E
"...Solo Opere di Bene", nuovo album della band nostrana, è solo l'ennesima prova di questa affermazione così netta, confermando quanto di buono già visto e sentito in passato e arricchendolo, come al solito, di sfumature e sottigliezze nate e cresciute con l'esperienza e il tempo.
Ma cosa c'è di geniale nel Maniscalco? Innanzitutto l'abilità innata di far coesistere in maniera perfetta e bilanciata generi musicali all'apparenza così diversi tra loro, vedi il metal col jazz o l'hard rock col pop o qualsiasi combinazione delle precedenti. In secondo luogo la scelta sempre saggia delle parole da utilizzare per i propri testi, scelte fatte mai per caso ma sempre con un orecchio ben teso alla musicalità delle stesse, oltre che al loro significato: quant'è bello sentire "pasticcio sovversivo" o "esercizio minimale"? Provate a ripeterle ad alta voce e vi accorgerete da soli delle particolarità che le accompagnano, un po' come la celebre "cellar door" della letteratura inglese (chi ha visto Donnie Darko capirà). Per finire, ultima considerazione assolutamente ma non meno importante, l'incredibile teatralità che Tonjo riesce ad imprimere alla sua voce e di conseguenza ad ogni canzone, che spesso e volentieri sembrano addirittura cantate da persone diverse tanta è l'abilità camaleontica della voce del Maniscalco.
Tutto questo si traduce in canzoni ogni volta originali e uniche nel proprio genere, che trascendono davvero ogni tipo di catalogazione o etichetta per elevarsi in un mondo unico, un mondo in cui la maldestria del Maniscalco la fa da padrona assoluta.
Bellissima l'opener
"Cervello in Fuga", forse la più metallosa del lotto, così come splendide sono la successiva "
Briciole" e
"Al Diavolo", dalla quale è stato tratto un simpaticissimo (al solito) video visibile in calce, fino alla balcanosa [cit.]
"Niente d'Importante", nella quale Tonjo recita letteralmente le strofe. Non si dica però che il Maniscalco è "solo" un simpatico menestrello: anche su "...Solo Opere di Bene", più o meno abilmente nascosti nel pentagramma, scopriamo invettive e considerazioni serie sulla vita di tutti i giorni, da "
Parole" (che parla proprio della sopracitata importanza delle parole) alla conclusiva ed emozionale "
Resto Qui", passando addirittura per una cover di "
Nessun Dolore" del grandissimo Lucio Battisti.
"...Solo Opere di Bene" è quindi un disco singolare, così come singolare si dimostra una volta di più il nostro
Maniscalco Maldestro preferito. Ma se la singolarità partorisce album di questa levatura, ben venga. E ora fatela voi un'opera di bene: acquistate questo disco meraviglioso.
Quoth the Raven, Nevermore..