Gli Anti Tank Nun sono nati quando, per dare sfogo all'estro ed alla fantasia (ma a leggere i titoli di "Fire Follow Me" pure all'ironia) del bassista Tomek "Titus" Pukacki, non gli erano più sufficienti gli Acid Drinkers.

La scintilla pare comunque essere scoccata solo quando Titus ha riconosciuto il talento di un giovanissimo (all'epoca quattordicenne!) chitarrista: Igor Gwadera, con il quale ha costituito il nucleo di quelli che sono diventati gli Anti Tank Nun.

Accolti il chitarrista Adam Bielczuk ed il batterista Bogumil Krakowski, gli Anti Tank Nun spaziano tra un sound spiccatamente ottantiano all'insegna di Motorhead, Warfare ("First Spark" e "Fire Follow Me") e dei Black Sabbath fronteggiati dall'Ozzy più incazzato ("Sake Crazy", "That One Who's Good..."), sino a toccare suoni ancor più Heavy e sostenuti che rimandano alla lezione dei Black Label Society, come nel caso di "Under the Big Black Tent" o "Iron Midget".

A dirla tutta non è che queste due anime si intreccino con chissà quale successo. "Fire Follow Me" scorre, infatti, via senza particolari sussulti per quanto si provi a stupire ed a scuotere l'ascoltatore con riffoni belli spessi, un sacco di assoli (le già citate "Iron Midget" e "That One Who's Good...") o le scariche adrenaliniche e punkeggianti della conclusiva "Killing Times".

Forse qualche suora (magari proprio quella citata nel monicker del gruppo) potrà pure spaventarsi e finire con l'arrestare la propria corsa... ma certo non dei metallari scafati ed ormai ben abituati.

I am
I hear
I see
I feel
I review