Copertina 8

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Frontiers Records

Tracklist

  1. HELL ON WHEELS
  2. KNOCK ‘EM DEAD
  3. HAVE A GOOD TIME
  4. THE BALLAD OF JOHNNY ROD
  5. TAKE ME BACK
  6. WHEN THE HAMMER COMES DOWN
  7. RUNNING WILD
  8. GOT IT COMIN’
  9. THE CRUNCH
  10. DEEP RIVER
  11. DON’T KEEP ME WAITING
  12. WE GO ROUND

Line up

  • Paul Shortino: vocals
  • David Michael-Philips: guitar
  • Mick Sweda: guitar
  • Johnny Rod: bass
  • Carmine Appice: drums

Voto medio utenti

Quale sarà la migliore versione dei King Kobra? Quella originale con il fenomenale Mark Free in formazione, equamente divisa tra hard cromato e rock radiofonico? Quelli di Johnny Edwards, impegnati a tentare di recuperare i fasti dello sfolgorante esordio? Quelli della prima reunion con il valente Kelly Keeling, magari, o quest’ultima incarnazione della band, qui giunta alla sua seconda prova discografica?
Qualunque siano le vostre valutazioni sono certo che apprezzerete ancora una volta l’enorme classe e l’arguzia compositiva di questi colossi dell’hard melodico statunitense, intenti, con l’ingresso del sempre strepitoso Paul Shortino, a sciorinare con innata nonchalance tutti i benefici emotivi di una formula espositiva immarcescibile, distillata enfatizzando l’essenza del più classico e bruciante feeling blues.
Come già nel lavoro precedente, Appice riscopre con slancio e convinzione il suo nobile passato in compagnia di Beck e Bogert, con i Cactus e con i Blue Murder, e assecondato e dal timbro squisitamente raunchy e granuloso di Shortino e dai suoi storici pards in gran spolvero, fornisce una convincente “prova di forza” in quel settore operativo che vede gente del calibro di Whitesnake (tra ofidi ci s’intende, evidentemente …), Van Halen, Montrose, Dirty White Boy e Mr. Big (assieme agli stessi Blue Murder e ai Rough Cutt, che rivelarono al mondo le doti dell’attuale vocalist dei nostri …) come plausibili riferimenti, in un concentrato di ruvida, pulsante e passionale materia sonora.
Anche grazie ad una sapiente produzione “fatta in casa” (nel senso che è stata curata dall’eccellente chitarrista David “Michael-Philips” Henzerling, con il contributo di Carmine e di Paul …), “sporca” quanto basta, “II” saprà ammaliare gli appassionati del genere illustrando tutte le sue imponenti qualità espressive, alternando sapientemente fisicità e intensità (“Hell on wheels”, "Knock ‘ em dead”, "When the hammer comes down”, la suggestiva esegesi Zeppelin-esque “Deep river”), salutare e vibrante divertimento (“Have a good time”, la scapestrata e Van-Halen-iana “The ballad of Johnny Rod”) e melodie non retoriche ("Take me back” e l’ardore funky di “The crunch” non lontane da certi Aerosmith, la disinvolta "Running wild”, “Don’t keep me waiting”, infettata dal medesimo veleno di un famoso Serpente Bianco, e le deliziose digressioni AOR-eggianti di "Got it comin’” e “We go round”), per un programma in pratica privo di controindicazioni.
La “seconda giovinezza” (o è la “terza”?) dei King Kobra continua nel migliore dei modi, con una grinta, un’ispirazione e una vitalità tali da consentire ai fedeli sostenitori del gruppo di contenere l’eventuale “effetto nostalgia” … un’ora abbondante di good vibrations per grandi e piccini, insomma, o se preferite, semplicemente un gran bel disco di gagliardo hard-rock blues.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 13 lug 2013 alle 14:15

il precedente mi era piaciuto parecchio...questo invece mi ha deluso un po'...

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