Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:40 min.

Tracklist

  1. RUINS OF HUMANITY
  2. KM 0
  3. GREED
  4. THE ROOM OF WRONG DREAMS
  5. NORMALITY FOR SALE
  6. WORDS FOR EMPTY SPACES
  7. WORLD BEHIND THE DOOR
  8. APATHY
  9. FALSE PHILOSOPHY
  10. ARIADNE'S THREAD
  11. FREEDOOM
  12. PROFESSIONAL DISEASE
  13. KILLING INNOCENCE
  14. LOST WORDS
  15. CARNICERO

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

So di essere abbastanza di gusti difficili e particolari quando si tratta di sonorità estreme e ne sono consapevole. Forse perché sono sempre stato in mezzo a persone che masticavano death, grind, gore e affini fino al feticismo, e, a mia volta, mi sono ritrovato ad amare il genere, ricercando anche nelle produzioni più sconosciute e nei dischi più indecifrabili la particolarità o la cifra in più che potesse portare un’innovazione, magari svecchiando le formule canoniche dei “maestri” e proponendo quella contaminazione che potesse fornire ulteriori motivi alla longevità d’ascolto di un determinato gruppo.
Ascoltando con questo spirito il terzo lavoro degli Psychotic Despair, da un lato non posso negare di trovarmi di fronte a un disco di più che onesto death metal, con fortissime influenze grindcore, un buon lavoro di chitarra, egregi tecnicismi di basso (suonato dal nostrano, ex Novembre, Adriano Neri), ma, da un altro canto, non riesco a non ammettere di essere rimasto poco emozionato dall’album nel suo insieme.
Intendiamoci, il combo ceco sa il fatto suo; le canzoni hanno tutte le carte in regola per essere perfette rappresentanti del genere, ma rarissimamente riescono, a mio avviso, a colpire in maniera particolare l’ascoltatore e a regalare veri e propri motivi per cui debbano farsi ricordare anche sulla lunga distanza.
Con questo non voglio dire che sia sempre e comunque necessario stupire, sia ben chiaro, ma, vuoi per la durata, vuoi per una sensazione di “già sentito”, Words For Empty Spaces non mi sembra il punto d’arrivo personale e maturo che ci si potrebbe aspettare dal sound di un gruppo al terzo lavoro. Gli echi di gruppi seminali come Napalm Death, Malevolent Creation, Brujeria, Asesino (cui pagano tributo anche includendo una buona cover di Carnicero in chiusura dell’album) sono molto, molto forti, tanto da suggerire che i nostri stiano sì cercando uno stile proprio, ma che la loro missione, con questo album, non si possa ancora dire compiuta. Il punto più apprezzabile del songwriting, in questo senso, si può ascoltare in canzoni come False Philosophy, Ariadne’s Thread e Professional Disease, in cui le radici d-beat e grindcore si fondono con soluzioni chitarristiche e ritmiche più azzardate e interessanti, che vanno oltre la ricerca del fraseggio a tutti i costi e della modulazione su sonorità per forza dissonanti, tratto caratteristico di un certo death metal e che, alla lunga, sa veramente tanto di “passato”.
In definitiva non si può certo sostenere che gli Psychotic Despair abbiano prodotto un brutto disco, anzi, se avete familiarità col genere date un ascolto a questo lavoro, sicuramente vi sentirete a casa e troverete tutti i blast beat, le sfuriate di chitarre e le doppie voci scream & growl che possiate desiderare; non pretendete però di trovarvi di fronte né a una pietra miliare del genere o né ad un gruppo che ne abbia scardinato e ricostruito le fondamenta.
Recensione a cura di Antonio Enoth Cassella

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