I francesi
Lonewolf sembrano essere riusciti a dare una certa continuità alle proprie uscite discografiche, con il nuovo "The Fourth and Final Horseman" che segue il precedente "Army Of The Damned" ad un solo anno di distanza.
Non cambiano comunque le coordinate musicali lungo le quali hanno incanalato la loro evidente ed ormai consolidata (il nucleo del gruppo è in attività sin dai primi anni '90) nel tempo, passione per il Metal.
Un sound che pesca a piene mani dalla scena
teutonica, un mix tra Grave Digger (la voce di Jens Börner non è poi così distante da quella di Chris Boltendahl) e Running Wild, (un caso che nel loro "Blazon Stone" fosse presente la song "Lonewolf"?) questi ultimi ben più radicati nel tessuto musicale, come è evidente sulla stessa titletrack o "The Brotherhood of Wolves".
Peccato che i risultati non siano paragonabili a quelli dei gruppi sopraccitati - per quanto sia bene sottolineare che pure questi non è che negli ultimi tempi abbiano fatto chissà quali grandi cose - con qualche brano fin troppo derivativo ed una prestazione non certo eccezionale, sopratutto nel comparto vocale. L'ugola di Jens Börner è sgraziata, e forse potrebbe rivelarsi un problema non insormontabile, tuttavia pecca nell'essere eccessivamente monotona, e questo invece resta un tema che compromette non poco la resa di "The Fourth and Final Horseman".
Restano da apprezzare qua e là gli sforzi nel cercare di allargare i propri orizzonti, ad esempio con il passo epico e marziale di "Time for War", la velocità su "Hellride" o le influenze folk di "Dragonriders", mentre si rivela ben poco convincente la
U.D.O. wannabe "Another Star Means Another Death".
Another day another death...
Another sorrow another breath...
Another album... please.I am
I hear
I see
I feel
I review
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