Bel lavoro questo full lenght d'esordio dei marchigiani
Speaking To The Deaf. Un disco ricco di sostanza, idee diverse tra loro ma che riescono a incastrarsi alla perfezione (mescolare cose dei Meshuggah ad alcuni riffs di matrice maideniana ad esempio) nelle tracce del disco e che danno vita a canzoni molto particolari e ricercate, sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista compositivo ovviamente.
Se mi è concessa una metafora artistica li paragonerei a dei pittori cubisti, i quali creavano le loro tele disegnando soggetti frammentati da più e più linee che parevano essere disposte quasi a casaccio ma in realtà avevano un perfetto ordine e un perfetto filo logico. Così come la musica dei ragazzi Anconetani.
Non manca la voglia di strafare a volte però, tale rimostranza si può fare in alcuni passaggi di batteria o fraseggi di chitarra i quali risultano a volte un po' confusionari. Altra nota poco convincente a voler essere pignoli è la produzione, i suoni delle chitarre sono un po' troppo secchi ma essendo un disco d'esordio sono cose che alla fone ci possono anche stare.
Per il resto il disco è scritto e suonato con profonda cognizione di causa e dà di che ben sperare per il futuro di questi ragazzi. Diamo tempo al tempo.
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