I
Raggi Ultraviolenti arrivano direttamente dalle suggestive colline del Monferrato per proporre il loro sanguigno
punk-rock imbevuto in parti uguali d’ironia, tematiche “giovanilistiche” e critica sociale (il titolo stesso del Cd denuncia il diffuso senso d’ipocrisia e di superficialità dei nostri tempi …), sulla scia di formazioni come Derozer, Shandon, Porno Riviste e, soprattutto, Punkreas.
Per quanto derivativo e “scoperto”, il “gioco” dei piemontesi, forte di una buona padronanza e della necessaria vocazione, riesce a rendersi abbastanza “credibile” in un contesto in cui la demagogia da un lato e la rudimentale demenzialità dall’altro appaiono rischi “pericolosi” almeno quanto l’eccesso d’ispirazione.
Musicalmente competente e sufficientemente “duttile” da saper gestire con gusto piccole digressioni stilistiche, il suono del quartetto ha il giusto “tiro” e la doverosa grinta per conquistare il pubblico di riferimento, che non potrà che apprezzare la voce comunicativa di Andrea Vaglica, linee armoniche sempre piuttosto ficcanti e istantanee e un uso abbastanza disinvolto delle difficili metriche sintattiche della nostra splendida madrelingua.
Personalmente preferisco i Raggi Ultraviolenti più “impegnati” ed “emotivi” di “Rabbia chiusa” (gratificata da accattivanti oscillazioni
ska …), “Non vorrei” (la mia preferita …), “2012”, “Dentro il parlamento” (interessanti le scansioni quasi
rap-metal, meno l’uso di taluni
slogan fin troppo scontati) e “Fumo negli occhi”, ma bisogna riconoscere che anche le goliardiche “Carriera da velina!” e “Clitoride” hanno il merito di divertire evitando di scadere pesantemente nella trivialità “ad effetto”, sottolineando la misura e l’intelligenza di un gruppo “giovane” che sa comunque destreggiarsi discretamente bene anche quando è il salutare “cazzeggio” a prendere il sopravvento.
Su tutto aleggia un pizzico d’inevitabile “naiveté” (in fondo parte integrante del genere …) e pur auspicando una crescita da questo punto di vista, mi sento di affermare con una certa tranquillità che i Raggi Ultraviolenti non sono un “fake” e che la loro “autenticità” li potrà portare lontano … credo che ne riparleremo …
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