Nati nel 2010 in Australia, i Mystery non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Eppure, cercando articoli e notizie sulla band, si scopre che vengono acclamati come il futuro dell’hard rock australiano, sono già carichi di sponsorizzazioni e pompati da tutti quanti.
Così, pieno di aspettative, ho messo nello stereo questo debutto discografico, aspettandomi di ritrovare quantomeno le sensazioni provate con il primo Airbourne. E invece: il nulla cosmico.
Nove brani hard rock clamorosamente anonimi, banalissimi, senza tiro. Il che può anche essere accettabile se proviene da gente di 16/17 anni, ma non se viene presentato come il disco del decennio. A livello di esecuzione ci siamo, anche se andrebbe capito quanto è dovuto a effettive capacità e non all’intervento degli ingegneri del suono. Parecchio irritante, invece, l’utilizzo di stacchi improbabili e cambi di tempo non richiesti, che spesso e volentieri fa capolino tra i brani.
Unico sussulto dal profondo sonno, la cover di
Stand Up And Shout, giusto per il riff, anche se effettivamente lascia anch’essa un po’ a desiderare.
In conclusione, direi che di questo album potete sicuramente fare a meno. Ai ragazzotti australiani, comunque, auguro di saper crescere nel modo giusto e di non sentirsi affatto “arrivati”, perché con canzoni del genere e la faccia da duri possono sicuramente far sbavare qualche ragazzina ma non certo guadagnarsi l’affetto di schiere di fan tra i rocker di tutto il mondo. Giusto per farli riflettere, mi piacerebbe realizzassero quanta gente, tra gli anni ’70 e ’80, alla loro età aveva già scritto o era in procinto di scrivere capolavori epocali: la strada da fare è davvero tanto, tanto lunga.
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