Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile

Tracklist

  1. CONTROLLED BY OPPRESSION
  2. REDRUM
  3. COLD
  4. PANDORA’S BOX
  5. FROM LUST…
  6. TO SCREAMS!

Line up

  • Zefa: Drums
  • Luis Brum: Bass
  • Tiago Alves: Guitars
  • Miguel Aguiar: Keyboards
  • Nelson Leal: Vocals

Voto medio utenti

In pista dal lontano 2005 i portoghesi Anomally sono di casa nella lontana isola di Terceira, nelle Azzorre e hanno all'attivo una demo e un full lenghth intitolato Once in Hell... risalente al 2008. Dopo cinque anni eccoli tornare sulle scene con un corposo EP che contiene sei canzoni per un totale di quasi 25 minuti, per niente pochi considerata la tipologia del prodotto.

Secondo le loro stesse parole nel loro stile c'è un po' tutto il death metal moderno e passato, la melodia degli Arch Enemy, l'aggressività degli Hypocrisy, il groove dei Pantera, le parti sinfoniche dei Dimmu Borgir e ovviamente un pizzico dei connazionali Moonspell che non fa mai male.

Partiamo subito col dire che il disco è interamente autoprodotto, ma suona dannatamente bene e non soffre in maniera evidente il confronto con produzioni professionali e supportate da ricche etichette. Primo set a favore degli Anomally.

While The Gods Sleep non è un concept in senso stretto ma presenta comunque un filo logico che lega ogni canzone all'altra e che tratta della capacità che da sempre ha avuto l'umanità di controllare la propria esistenza in assenza di dei che dovrebbero fare da guida. Mentre gli dei dormono, appunto. L'album si apre con Controlled By Oppression, la più lunga del lotto, molto articolata e piena di frammenti diversi ma mai troppo diversi l'uno dall'altro, in cui i richiami al death melodico si mischiano sapientemente con passaggi vagamente black e riff ipnotici si alternano a manifestazioni di potenza pura. I ragazzi di Terceira ci sanno fare e lo dimostrano anche con Redrum e Cold, una palesemente ispirata ai maestri Dark Tranquillity l'altra ai primi e migliori Opeth. Stesso filo conduttore anche per Pandora's Box, a mio parere la peggiore del gruppo e la conclusiva From Lust To Screams che torna a livellare verso l'alto il valore globale grazie a una prestazione tecnica impeccabile e ad una bella spinta potente e compatta, che non fa altro che confermare le buone impressioni che gli Anomally avevano destato.

Il primo set lo hanno portato a casa, ora li aspettiamo su un possibile full per vedere come se la cavano con un numero superiore di canzoni e magari con un supporto serio alle spalle.
Recensione a cura di Massimiliano 'Koru' Cammarota

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