Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2012
Durata:non disponibile
Etichetta:Wormholedeath Rec.

Tracklist

  1. NIGHTMARE
  2. WE ARE LEGION
  3. THROUGH THE EYES OF THE CYNIC
  4. HOW TO CREATE A MONSTER
  5. BEHOLD THE CIRCUS
  6. TRISTRAM
  7. LULLABY
  8. GOD HAD A PLAN
  9. COLLATERAL DAMAGE

Line up

  • Stefan Ravn Strifeldt: Vocals
  • Sebastian Jacobsson: Drums
  • Rune Olsen: Electric Rythm Guitar
  • Roberth Strand -Electric: Lead Guitar
  • Kenneth Iversen Muotkajærvi: Bass

Voto medio utenti

Gradita sorpresa questo esordio discografico dei norvegesi Inside I.

Quando ho letto la loro presentazione da parte della casa discografica, già pensavo di trovarmi di fronte all'ennesimo gruppo deathcore pronto a distruggere tutto e tutti nonchè ad ammorbare i miei padiglioni auricolari.
Ed invece?
Invece mi trovo di fronte un ad album di deathcore!
No, non sono impazzito.
Il fatto è che questo disco è davvero bello. Niente di innovativo sia chiaro. Nessuna rivoluzione. Ma i brani scorrono via che è un piacere.
Impatto e melodia sono amalgamati in maniera davvero mirabile dando origine ad un suono potente che ha il grandissimo pregio di indovinare, più di una volta, l'armonia vincente.
Alcune aperture delle chitarre in ambiti melodici di scuola svedese sono, infatti, davvero avvincenti e più di una volta ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a quelli che una volta erano gli In Flames, prima che questi si dessero al pop metal sputtanandosi per sempre.

Ma torniamo a noi.
Gli Inside I sono certamente moderni esponenti del deathcore, basta ascoltare l'uso che fanno delle voci non solo in scream ma anche effettate, tuttavia la loro proposta sa guardare anche indietro nel tempo rivolgendo l'attenzione agli insegnamenti degli inventori del death melodico e riuscendo la dove molte band hanno fallito: suonare brutali scrivendo canzoni e non solo pestando duro.
"Beneath the Circus" viaggia come un treno impazzito nei cui vagoni troverete riff taglienti ed armoniosi, batteria tritaossa che non disdegna soluzioni da perdere l'uso del collo per lo scapocciamento, e, come ricordato più sopra, una buona dose di idee melodiche che ben si contrappongono, esaltandola, alla violenza delle accelerazioni.

Ripeto, i norvegesi non inventano niente.
At The Gates, i già ricordati In Flames, tutti i gruppi del calderone deathcore moderno, suonano più o meno così, ma i nostri sono bravi.
Bravi davvero.
Ascoltateli e non ve ne pentirete.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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