Gran bel comebackDopo la sorpresa del precedente "The Seal of Madness", ora gli
Asgard replicano con "Outworld", un album nuovamente
pregno di feeling ottantiano.
L'opener "Spirits" è lì, lesta a rievocare i precedenti accostamenti con gli Agent Steel, ma ascoltando l'album ci si può spingere a cercare più paragoni, ad esempio con altre formazioni come Liege Lord, Anthrax, Warrant (quelli tedeschi) e sopratutto i primissimi Helloween ("The Interceptor").
Questo senza nulla togliere alla formazione ferrarese che conferma tutta l'energia messa al servizio del disco d'esordio e la stessa capacità di dare vita - e verve - a canzoni che sanno dare un bello scossone agli ascoltatori.
E agli Asgard non mancano nemmeno i mezzi tecnici per lasciare il segno, un potenziale che per quanto si possa cogliere più facilmente nella prestazione dei due chitarristi Davide ed Alberto Penoncini e del cantante Federico Mazza, non latita nemmeno dalle parti della sezione ritmica, composta da Renato Chiccoli e Rudy Mariani, come si può constatare nell'attacco iniziale di "The Night Hawk" o nelle scorribande di "Wall of Lies".
Detto che l'album gode nuovamente di un'ottima resa sonora (grazie al contributo di Simone Mularoni e dei Domination Studi) va rimarcato l’enorme salto di qualità fatto a livello di artwork, nell'occasione realizzato addirittura da Mark Wilkinson, artista di spessore che ha lavorato per Iron Maiden, Judas Priest e Marillion... giusto per citarne qualcuno.
Tra i tanti affiliati alla
Revival Wave of Heavy Metal eccoci a rimarcare come una delle sue migliori espressioni giunga proprio dall'Italia, e questo non può che far piacere.
Nessun senso di dejà vu o lacrime per la malinconia dei bei tempi andati... ma solo tanto e sano
Heavy Metal!
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