Devo dire che ho fatto fatica a trovare le parole adatte per descrivere quali sensazioni si accavallano durante i ripetuti ascolti di questo 2.013, terzo lavoro degli italiani DreamSteel, dediti a un prog/power decisamente particolare. Fatica dovuta, molto semplicemente, al fatto che, pur notando capacità fuori dal comune e una certa voglia di distinguersi da tutto ciò che li circonda, la proposta dei connazionali non riesce a convincere.
Una mistura di generi che lascia l’amaro in bocca, per dirla in poche parole. Ed è davvero un peccato, perché riff ma soprattutto le aperture melodiche di tutti i brani sono sinceramente ben fatte. Quello che porta il voto verso il basso, per quanto mi riguarda, oltre ad una certa ripetitività delle soluzioni utilizzate, è la presenza di troppi inserti elettronici, quasi dance, con tastiere oltremodo invadenti. Va bene un pochino, ma in tutti i brani finisce per annoiare. Altra pecca è la pronuncia, a mio modo di vedere, che tra l’altro rovina una voce tecnicamente ineccepibile, calda e piacevole.
La bocciatura da parte mia non è completa, perché davvero le cose buone si sentono, ma sono troppo sovrastate da tutto ciò che invece non funziona. Anche a voi che leggete, consiglio comunque un giro da queste parti per provare con le vostre orecchie se, effettivamente, esagero io oppure certi modernismi risultano davvero fuori luogo.
Rimandati alla prossima volta, in cui mi auguro riescano a limare i tratti negativi. Tempo e capacità ci sono tutti, forza ragazzi. Il mio consiglio è quello di dedicarsi con più convinzione al metal melodico, lasciando perdere velleità power e, ovviamente, tutto ciò che rende il suono poco diretto e di impatto.
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