Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2004
Durata:46 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. FIRE SET US FREE
  2. BLACK RAIN
  3. THE END OF THE WORLD
  4. THE TRAVELLER
  5. MASTER OF THE SOULS
  6. ARTHEMIS
  7. THE AXE IS COMING
  8. FROM HELL TO HELL
  9. GOLDEN DAWN
  10. MIGHT FOR RIGHT (BONUS TRACK)

Line up

  • Alessio Garavello: vocals
  • Andrea Martongelli: guitars
  • Matteo Ballottari: guitars
  • Matteo Galbier: bass
  • Paolo Perazzani: drums

Voto medio utenti

Nessun tentennamento per gli Arthemis che replicano, ad un album già ben riuscito quale era stato "The Damned Ship", con la loro nuova uscita dal titolo "Golden Dawn". Gli Arthemis non mollano il tiro e così sono ancora le atmosfere Power Speed quelle che spadroneggiano tra le dieci canzoni incluse sull'album. Oggi sono ancor meno accostabili agli Stratovarius (che non avranno mai questa grinta!) mentre rimane forte il feeling Helloweeniano, con Alessio Garavello che ricorda spesso il miglior Kiske, anche se a dire il vero il cantante italiano mostra di avere sufficiente personalità, come conferma affrontando ad esempio "From Hell To Hell", brano che metterebbe alla corde parecchi altri vocalist. L'iniziale "Fire Set Us Free" mette invece spalle al muro gli ascoltatori: un brano semplice, diretto e melodico, ed allo stesso tempo di classe, Power Speed nella sua miglior espressione. Oltre alla voce si impone la prestazione alla chitarra della coppia Andrea Martongelli e Matteo Ballottari, ed aiuta anche un utilizzo centellinato delle tastiere, inoltre rispetto al passato risalta meglio anche la sezione ritmica (Matteo Galbier al basso ed il batterista Paolo Perazzani). La produzione, calda e poco nordica (nessun trattamento Finnvox!!) è stata curata dal "solito" Luigi Stefanini presso i suoi New Sin Studio e calza a pennello nell'economia del suono del disco. "Black Rain" e molto eighties ed affianca ad un incedere deciso, richiami ad un Hard Rock più classico, non lontano dai Rainbow ma con spunti Priestiani. Hanno qualcosa degli Helloween invece le tracce seguenti, sopratutto poi quando è il turno di "The Traveller". I paragoni lasciano però il tempo che trovano, infatti un assolo come quello piazzato su "Master Of The Souls" non lo avrebbero azzardato in molti, e comunque per affermare meglio la propria identità ecco che arriva "Arthemis", brano evocativo ed ambizioso, su un'ambientazione che tanto piacerebbe ai Kamelot e che rievoca un po' le atmosfere di "Powerslave". Con "The Axe Is Coming" gli Arthemis induriscono nuovamente il suono, sia nei chorus sia negli assoli, ed è quasi tempo di sfoderare quella che è forse la miglior canzone del disco. "From Hell To Hell" ripropone l'anima più hardeggiante degli Arthemis, da applausi l'interpretazione di Garavello ed il lungo solo di chitarra. Non mi prende invece altrettanto il lentone "Golden Dawn", e questo nonostante sia affrontato con personalità, sopratutto dai due chitarristi. L'album si conclude con "Might For Right", presente però solo sulla versione europea del CD, dove il brano degli Heavy Load viene rivisto (diciamo pure accelerato...) nello stile degli Arthemis. Eccovi servita la conferma che il Power ha ancora qualcosa da dire.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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