Dal nome adottato, questa formazione tedesca farebbe pensare ad una classica Power Metal band di stampo teutonico, mentre l'artwork di "Curse The Cult Of Chaos" sembra rimandare direttamente alla scena Thrash Metal impegnata, infatti, mi ha fatto tornare in mente i Sacred Reich.

La verità sta quasi a metà strada, con i Wolfs Moon che vorrebbero andare là... boh, da qualche parte dove ancora bazzicano o in passato hanno lasciato un segno formazioni come Iced Earth, Vendetta, Metal Church, i già citati Sacred Reich, ma che invece per evidenti limiti nel songwriting e per le scelte esecutive, con il nuovo cantante Robert Rogge che non convince assolutamente, si perdono nella mediocrità.

Giusto per non farsi mancare nulla, i Wolfs Moon risultano inappropriati anche quando tentano la strada del doom morboso con "Moribund Vision" o con gli intrecci vocali con tanto di ospiti femminili su "Young at Heart", ma anche con la punk-rockeggiante "Boring Life of the Undead", piazzata strategicamente in chiusura dell'album.
E scoprire che hanno toccato la soglia del settimo anno (l'esordio "Solitary Lunacy" risale al 1996) non depone certo a loro favore.

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