Copertina 8

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1993
Durata:31 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. REPUGNANCE (INTRO)
  2. THE DEAD HALF
  3. COPROPHAGIA
  4. SHE CAME OUT IN CHUNKS
  5. PEELED
  6. INSTRUMENTAL
  7. HOBO STEW
  8. DECIMATED GENITALIA
  9. PREACHER OF SODOMY
  10. REMEMBER MY MEMBERS
  11. WATERLOGGED
  12. EMBRYONIC TRI-CLOPS
  13. DRINKING THE ICHOR
  14. FELCHING VAMPIRES

Line up

  • Joe Ptacek: vocals
  • Ryan Stanek: drums
  • Ed Hughes: bass
  • Brian Griffin: guitars
  • Jeremy Wagner: guitars

Voto medio utenti

Il buon esordio di “Swamped In Gore” attira l’attenzione della Metal Blade Records sui Broken Hope, mettendoli sotto contratto. Ed è così che nel 1993 la band dà alla luce il presente “Bowels Of Repugnance”, un disco nel quale si toccano con mano i netti miglioramenti tanto a livello di produzione, quanto a livello di tecnica esecutiva e compositiva.
Intendiamoci, la base di partenza è sempre il sound del debutto, quindi mai troppo tecnico o complicato, ma qui la velocità è leggermente aumentata, e la struttura delle composizioni è stata notevolmente asciugata, con i pezzi che hanno quasi tutti durata breve se non brevissima, all’interno dei quali però troviamo tanto le parti cadenzate quanto le accelerazioni di batteria, con i tipici blast beats a pioggia. Inoltre sono aumentati anche gli assoli di Jeremy Wagner, che hanno la caratteristica di essere molto puliti ed heavy. Migliorata è anche la prova vocale di Joe Ptacek, che su questo disco è modernamente brutal e profonda, e ci svela dove la pletora di growler e grunter odierni ha attinto ispirazione. Un cenno a parte merita l’universo lirico che ci fa sprofondare ancora di più nell’inferno del gore più estremo e deviato.
Cos’è un barbone o un homeless che dir si voglia? È un sognatore, uno che è pienamente libero, che la sera va a dormire sotto le stelle. Eppure è uno che ha comunque bisogno di mangiare, perché non si campa di sogni e di aria. Eccovi presentato l’eroe di “Hobo Stew”, nella quale il nostro risolve il problema della fame servendosi nei cassonetti dei rifiuti di una clinica che pratica aborti, mangiandone i feti ivi buttati. Decisamente uno dei testi più disturbanti mai partoriti da mente umana, che non risparmia i dettagli più raccapriccianti e disturbanti dell’orrido pasto:

“My eating habits horribly crude,
Their rubbery textures I have chewed,
Gulping down fetal slop,
Embryonic jelly on my lips and chin”

Ma non mancano inni di blasfemia contro al chiesa cattolica, con “Preacher of Sodomy” oppure rivendicazioni ambientaliste, come in “Embryomic Tri-Clops”, ovvero dei nefandi effetti dell’inquinamento sulla genetica umana.
Il riffing cupo e ossessivo, dai tratti schizoidi, è un elemento fondante della prova della coppia d’asce Wagner/Griffin, e un pezzo come “She Came Out In Chunks” ce lo spiega per benino.
Il disco, si diceva, è molto diretto, e tolti tre intermezzi strumentali, si riduce a otto pezzi per circa 27 minuti di solido e cazzuto brutal death metal alla vecchia maniera. L’ascolto di un pezzo come “Decimated Genitalia”, con un inizio che è talmente lento e cadenzato da sembrare sludge metal, prima del selvaggio assalto finale, vi getterà uno squarcio di luce sulle capacità e sulla bravura dei Broken Hope e capirete dove e come, ad esempio, “Inbreeding The Anthropophagi” dei Deeds Of Flesh ha tratto ispirazione.
Chiude il disco “Felching Vampires”, un pezzo pesantissimo, capace di buttare giù i muri.
Bowels Of Repugnance” ha il fascino del tempo che fu, e, al pari del debutto, è un disco seminale per l’influenza che ha avuto sulla scena estrema della nostra musica preferita.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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