Rivoluzione in casa
Eden’s curse in occasione dell’uscita del quarto album, intitolato
“Symphony of sin”. In primis la dipartita del vocalist
Michael Eden, con l’arrivo del talento serbo
Nikola Mijic, ma anche l’arrivo alle tastiere di
Steve Williams (al posto del nostro
Alessandro Del Vecchio), portano sicuramente interesse e curiosità nei confronti di una band/progetto che da sempre ha mi stuzzicato, soprattutto per una certa maestria nel saper fondere un sound epic/power/hard rock con la voce molto AOR/melodic di Michael Eden.
“Symphony of sin” suona sicuramente come un disco maturo, con ottimi suoni, ottimamente prodotti, suonati e cantati. Ma non mi convince. Non perché non mi piaccia, anzi a dir il vero
“Symphony of sin” scorre via che è un piacere, e
Mijic si dimostra davvero un gran cantante; ciò che mi spiazza è l’assenza di una certa personalità che leghi le tracce, o meglio, il fatto che su ogni traccia ci siano pesantissime influenze diverse.
“Break the silence” pare una sorta di
Motley Crue meets Skid Row,
“Fallen from grace” sembra appena uscita da
“Pull” di
Winger,
“Losing my faith”,
“Devil in disguise” dai lavori di
Allen/Lande/Karlsson,
“Unbreakable” da un album degli ultimi
Journey. Più in generale ogni traccia, sa di già sentito, o che comunque sfrutta uno stile che rappresenta il marchio di fabbrica di una o più band, e subito la traccia successiva cavalca un altro filone. Volendo trovare un termine che riassuma
“Symphony of sin”, si potrebbe dire che si tratti di un lavoro disunito. Se la prestazione dei singoli e la singola traccia convincono, è il lavoro nella sua integrità a non centrare il colpo, non riuscendo mai a trovare un filo conduttore che riesca a legare le tracce e a conferire a
“Symphony of sin” una sua identità.
Secondo il mio modesto parere,
“Symphony of sin” è un passo indietro rispetto ai precedenti lavori degli
Eden’s curse, a dimostrazione che il processo di rinnovamento che ha colpito la band non è stato completamente digerito. Ma quello che conforta è che questo peccato di gioventù sembra facilmente superabile una volta raggiunta l’amalgama tra i vecchi e i nuovi componenti della band, soprattutto grazie alla possibilità di avvalersi del talento del giovane vocalist serbo.
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