Se fa piacere ritrovare uno dei migliori cantanti che ci proposto la scena Metal statunitense - e basta andarsi a riascoltare canzoni come "Watching Over Me" per rendersene conto - spiace un po' ritrovare Matthew Barlow fuori da quello che dovrebbe essere il suo
contesto naturale: gli Iced Earth.
Ad ogni modo pur senza darvi continuità non ha mai abbandonato del tutto la sua carriera dietro al microfono, infatti, lo abbiamo incrociato nei Pyramaze o come guest vocalist (recentemente negli Artizan), ed ora anche con questa nuova realtà: gli
Ashes of Ares, dove al suo fianco ritroviamo altre due vecchie conoscenze, Van Williams dai Nevermore e l'ex Iced Earth (ok... uno dei tanti) Freddie Vidales, il quale oltre al basso su "Ashes of Ares" si occupa pure delle chitarre.
Ed i nostri non si fanno mancare nemmeno una preziosa collaborazione con Jim Morris, andando a registrare il disco ai Morrisound Recording studios, un
passaggio che si sente e si fa apprezzare.
Impossibile sbagliare nel provare a indovinare cosa ha deciso di proporci questo terzetto. Già... uno Heavy & Speed Metal che - fosse solo per la presenza di Barlow - non può che far pensare agli Iced Earth, grazie a canzoni drammatiche e dall'animo oscuro. Li tradiscono pezzi come "The Messenger", "On Warrior’s Wings", l'epicità di "This Is My Hell" o la power ballad "The Answer" (per la verità, fin troppo scontata e riuscita solo a metà), mentre un pochetto d'aria fresca arriva dalla cattiveria della quadrata "Punishment" o delle thrashy "Chalice of Man" e "What I Am".
E' comunque indubbio che l'album scorra via facendosi ascoltare con discreto appagamento, con la prova di Barlow che sovrasta quella degli altri musicisti, con un Williams un po' frenato e Vidales non sempre a suo agio nel doppio ruolo che si è ritagliato.
Rinforzata la line-up gli Ashes of Ares non hanno rinunciato alla possibilità di andare in tour, dando l'impressione di non voler essere la
solita meteora.
Pertanto non resta che aspettare e vedere se quest'album avrà un seguito oppure no.
Come inizio non c'è male.
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