Come si intuisce chiaramente dal titolo, questo "
Dark Roots of Thrash" è un doppio cd live (ma il disco esce in 200 formati, blue-ray, dvd ecc ecc) tratto dal tour dell'ultimo studio album dei
Testament, ovvero quel "
Dark Roots of Earth" che non era riuscito a soddisfarmi in sede di recensione e che nemmeno oggi, a distanza ormai di un anno dall'uscita, è capace di solleticarmi le papille gustative, tanto che giace da mesi e mesi abbandonato sullo scaffale sotto centimetri di polvere, al contrario del precedente "
The Formation of Damnation", molto più frizzante, energico, thrash e fortunatamente completamente assente di quella maledetta componente groove che ha impestato l'episodio successivo.
Cosa dire di questo ennesimo live dei Testament?
La formazione è quella del disco, ovvero quella classica ad eccezione dello scarsone
Louie Clemente sostituito dalla belva umana
Gene Hoglan, la produzione è piuttosto bilanciata, non troppo pulita e non troppo casinista (forse la voce di
Billy è un po' troppo frontale, ma roba di poco conto) e la durata è bella nutrita.
Alla fine, quello che conta in un disco del genere è la setlist, come quando uno va ad un concerto e spera di assistere a tutti i suoi brani preferiti.
Onestamente stavo per bocciare senza pietà la scaletta di questo live ma poi ho pensato "ma caspita, se fosse stata ferma a 15 anni fa sarebbe stato inutile pubblicare un disco identico a "
Return to Apocalyptic City" o "
Live at the Fillmore" no?".
Intendiamoci, 5 minuti di quei due annichiliscono una decina di copie di questo, ma tant'è, ci sono dei dischi di mezzo e vanno rappresentati anche loro.
Ed ecco quindi "
Rise Up", "
More than Meets the Eye", "
Native Blood", "
True American Hate" o le più vecchie "
Eyes of Wrath" e "
DNR", che si intervallano ai classici senza tempo "
Burnt Offerings", "
Into the Pit", "
Practice What You Preach", "
Over the Wall".
Mah...messe accanto a calibri del genere, mi vien voglia di editare le recensioni degli ultimi due dischi ed abbassare i voti di 2 o 3 punti... mi spiace ma il confronto proprio non regge e personalmente, da amante dei
Testament (lo ripeto per l'ennesima volta, PER ME nell'Olimpo del thrash insieme a
Forbidden e
Megadeth, alla faccia di
Slayer e
Metallica), avrei preferito mille volte ascoltare dei vecchi brani spesso snobbati del passato, giusto per citarne un paio "
Sins of Omission" o "
Face in the Sky", piuttosto di sorbirmi una "
Native Blood" a caso.
Delle nuove si salva la title track dell'ultimo disco e poco altro.
Ma d'altronde è il tour di quel disco e non si può pretendere altro.
Personalmente non lo comprerei mai però se volete una testimonianza live dei Testament nel 2013 con i nuovi album al seguito, questa è ben fatta e bella corposa.
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