La scena metal degli anni ottanta è stata capace di regalarci numerosi cantanti di grande valore. E molti giovani singer sono cresciuti all'ombra di queste figure carismatiche, cercando di imitarli in tutto e per tutto. Sono così nati decine e decine di “cloni” di Bruce Dickinson, di Michael Kiske, di Geoff Tate, di Ronnie James Dio, anche se nella maggior parte dei casi si trattava di sbiadite copie dell'originale. Anche gli anni novanta hanno prodotto singer eccezionali, seppur in misura minore, e tra tutti questi cantanti, quello che negli ultimi anni ha ottenuto i migliori risultati, sia dal punto di vista della qualità delle performance, sia da quello del numero delle apparizioni, è stato certamente Jorn Lande, forse il discepolo più bravo di David Coverdale. E così negli ultimi mesi ho avuto l'opportunità di ascoltare numerosi vocalist ripercorrere le orme di Jorn, e l'ultimo in ordine di tempo è Bjorn Jansson, singer dei Tears of Anger. Questi quattro ragazzi svedesi si presentano sul mercato con il loro primo lavoro, “Still Alive”, un disco di classico Power Metal alla scandinava (il nome Nocturnal Rites vi dice qualcosa?) che pur senza aggiungere assolutamente nulla a quanto detto finora in questo genere da tutti i gruppi che hanno preceduto i Tears of Anger, ci dimostra la buona attitudine della band, forte di un songwriting sufficientemente vario da non annoiare l'ascoltatore dopo pochi minuti (ed ogni canzone non supera i quattro minuti di durata). Lodevole il tentativo dei Tears of Anger di cercare soluzioni personali, sacrificando spesso la banalità delle tipiche fughe in doppia cassa e degli interminabili solos al fulmicotone, preferendo spesso un approccio più Rock ai pezzi, specialmente nell'uso delle tastiere: il guitar-work di Benny Jansson è decisamente elaborato, le melodie vocali sono piacevoli ed incisive, le composizioni sono piuttosto dirette e certamente suonano fresche ed ispirate. L'unico aspetto che davvero non è in linea con la buona qualità di questo album è la ridicola copertina, coi nostri quattro eroi a mollo nell'acqua dalla cintura in giù. Ma sotto ogni altro punto di vista, “Still Alive” è sicuramente un ottimo inizio. Complimenti ai Tears of Anger!
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