A distanza di due anni dal precedente "
Murder the Mountains", uscito nel 2011 sempre per l'americana
Relapse, tornano i
Red Fang con il loro terzo disco a titolo "
Whales and Leeches" e la storia cambia di poco.
Questo gruppo proveniente da Portland, per inciso una delle più brutte città degli Stati Uniti, continua a cimentarsi tra uno stoner più pesante ed intenso ed un rock più svagato ed easy listening, fattore su cui i Red Fang (e la loro label) puntano davvero tanto, poichè buona parte della loro fama è dovuta ai loro video dementi fatti circolare su Youtube (uno su tutti "
Wires" del precedente "
Murder the Mountains") e sui vari canali dedicati: purtroppo la sindrome del fattore visivo che surclassa quello audio, principio della musica commerciale più bieca, è sbarcato da tempo anche nell'universo metal, puntando tutto su un'effimera presentazione anzichè sulla qualità del brano in sè e per sè.
"
Whales and Leeches" non fa eccezione e si conferma uno stoner da MTV: senza supporto di immagini, che questi tipi con barbe improponibili, capelli unti, camicie dei boscaioli del Montana che mangiano la famigerata pastella a colazione, pranzo e cena, occhiali con montatura alla Frankie HI-Nrg sfruttano a mo' di quei dementi di
Jackass, la musica dei Red Fang risulta noiosa, monotona e poco ispirata
Forse nei lobotomizzati ed ignoranti Stati Uniti possono avere un bel seguito e sicuramente con l'imbarbarimento del continente europeo anche qui dal vivo potranno avere un buon seguito di gente che approfitta di questi concerti per fumare anzichè gustarsi della musica, ma qui non attacca, non ci sono video che possano salvare (anche perchè se mi ci imbattessi abbasserei il voto di un altro punto, tanto sarebbero ridicoli e fastidiosi), nè l'aurea della Relapse, per l'ennesima volta a proporre una band che di artistico non ha nulla, a soccorrere uno dei gruppi più sopravvalutati e sovraesposti degli ultimi anni.
A lavorare.
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