Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:47 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. DROWNED I: STEM
  2. DROWNED II: UNSLEEP
  3. DROWNED III: KURIL KAMCHATKA
  4. DROWNED IV: KERMADEC
  5. DROWNED V: MARIANA

Line up

  • Markov Soroka: everything

Voto medio utenti

La band di cui si discetta quest’oggi, come leggerete, si chiama Drown, ma prima di abbracciare tale monicker rispondeva al nome di Slow.
Un manifesto programmatico.

Già, perché l’ennesima creatura partorita dalla mente di Markov Saroka (artista underground di origine ucraina già con Tchornobog ed Aureole) non fa nulla, ma proprio nulla, per celare un’identità stilistica votata anima e corpo al funeral doom più ortodosso, integerrimo, austero… e, se vogliamo, scolastico.

L’aderenza ai canoni del genere di “Unsleep” lambisce i confini dell’intransigenza: le chitarre disperate e cantilenanti, l’esecuzione priva di qualsivoglia svolazzo o sfoggio, gli arrangiamenti ridotti all’osso, i ritmi immancabilmente pachidermici, il growling cavernoso, la produzione scarna ed opaca… nulla, ma proprio nulla di questa ristampa (parliamo, infatti, di un disco del 2014 e di un progetto ormai defunto) potrà sorprendere i -pochi, ahimè- fans della branca metal in esame.

Ciò non vuol dire, tuttavia, che non saprà stuzzicarne i palati.
Coloro i quali concederanno tempo e pazienza ad “Unsleep” verranno premiati dalle atmosfere claustrofobiche, disperate ed inquietanti al tempo stesso che Saroka riesce ad evocare.

Brani che entrano pian piano sottopelle (si sentano le linee di basso dell’opening trackDrowned I: Stem”), che ti conducono minuto dopo minuto lungo scoscese spirali di depressione (la discesa negli abissi di “Drowned III: Kuril Kamchatka”), che ti avvolgono in coltri caliginose e soffocanti di malessere esistenziale (“Drowned V: Mariana” su tutte)... a ben vedere, proprio le sensazioni che un buon album di funeral doom dovrebbe garantire.

Nessun appiglio consolatorio, nessuno spiraglio di luce, nessuna concessione a sonorità mainstream, nessun barlume di speranza: questa è la ricetta dei Drown, prendere o lasciare.
Io prendo.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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