Conoscendo i
Wizard, non mi sono certo stupito nello scorrere la tracklist del loro decimo album, che sfoggia tutti i cliché del genere, con in prima fila titoli
usati e abusati come "Creeping Death", "Angel of Death" o "Black Death". Non che musicalmente si respiri chissà quale
aria nuova: i Wizard hanno fissato la propria residenza tra il più classico Metal teutonico ed i Manowar, ma non è certo una novità per questa solida formazione tedesca, che stranamente non ha mai fatto breccia nel mio
cuore da defender.
Tuttavia, già al suo primo ascolto, non possiamo ignorare la presenza di una "Death Cannot Embrace Me" quasi fuori
contesto, dato che svela il lato meno Heavy dei Wizard, qui alle prese con atmosfere quasi Gothic e decadenti, un tentativo peraltro nemmeno mal riuscito e ben affrontato da uno Sven D'Anna che su questo album si scopre maggiormente versatile rispetto al passato.
Non a caso, tra episodi troppo derivativi come "Angel of Death", "One for All" oppure la conclusiva "We Won't Die for Metal" (parrebbe quasi una parodia dei Manowar), riscuotono maggior successo "Electrocution", con quel passo inizialmente oscuro che repentinamente esplode in una dirompente cavalcata metallica, la thrashy "War Butcher" e soprattutto "Post Mortem Vivere", una canzone veloce e spigliata nel suo approccio spiccatamente
eighites.
Nella loro lunga carriera, che i Wizard hanno affrontato praticamente sempre con la stessa line-up, ci sono stati gli inevitabili alti e bassi, ora "Trail of Death" si piazza a metà strada: un lavoro onesto, che non deluderà i fans del gruppo ma difficilmente ne attirerà di nuovi.
Ad altri non riesce nemmeno questo...
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