Grim Funeral - Abdication Under Funeral Dirge

Copertina 4

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:80 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. RESIGNATION
  2. GRIM FUNERAL ELEGY INTO TWILIGHT OF HUMANITY
  3. HUMAN FUNERAL THRONE
  4. CRYPT REIGN
  5. ABDICATION UNDER FUNERAL DIRGE

Line up

  • Ur Profanum: all instruments

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Dietro il progetto Grim Funeral si cela il misterioso Ur Profanum, musicista catalano, di Barcellona per la precisione.
Il qui presente “Abdication Under Funeral Dirge” è il secondo full-lenght dopo “A Grim Funeral To The Soul Of This World” del 2008, ed esce, guarda caso, il giorno dei morti, ovvero il 2 di Novembre.
Fatte le dovute premesse, balza subito all’occhio la fissa del nostro per la parola “funeral”, al punto da definirsi, anche, funeral black metal. Quando ho letto ciò la prima cosa che mi è venuta in mente è stata un’altra one man band, ovvero il danese Nortt, e quindi ho cominciato a ben sperare.
Però, come si dice in questi casi, chi visse sperando morì…cagando! Oh, sempre in tema di funerale siamo!
Lasciando da parte le facezie, il nostro Ur Profanum, non avendo ben chiaro cosa sia il funeral doom metal (e forse neanche il black metal), mette in scena 80 minuti filati di drum machine sempre uguale a se stessa, inframmezzata da vocals che sembrano uscite da un licantropo in calore che solo ogni tanto si diverte con lo screaming (con risultati per giunta disprezzabili), e una chitarra che disegna melodie sicuramente angoscianti, ma non certo per l’espressività, che pure c’è, quanto per l’estrema durata dei pezzi che durano, se si eccettua la conclusiva title-track, dai 15 ai 25 minuti.
Più volte mi sono venuti in mente i Black Funeral di “Moon Of Characith”, la qual cosa non depone certamente a favore.
È difficile dare un giudizio su un disco che quando non è la fiera delle banalità (in “Grim Funeral Elegy IntoTwilight Of Humanity” ci sono pioggia scrosciante e campane a morto) vira decisamente verso il ridicolo, il noioso, il ripetitivo. E le tanto sbandierate atmosfere angosciose, luttuose e disperate mal si conciliano con il caldo della Catalogna.
Ora io non voglio qui fare una disquisizione di carattere etno/antropologico, ma se Ur Profanum fosse nato nel nord Europa sicuramente avrebbe prodotto qualcosa di più ‘vero’ e sentito, a dispetto di quel che dice la bio allegata al disco.
Come per gli Elysian Blaze ci troviamo di fronte al classico passo più lungo della gamba, e gli 80 minuti sarebbero potuti tranquillamente essere 20. Non sarebbe cambiato nulla, ma mi sarei risparmiato un’ora abbondante di stritolamento dei gioielli di famiglia.
Per quel che mi riguarda se non bocciato è sicuramente rimandato (alla prossima bocciatura).
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 31 ott 2013 alle 02:43

gino il becchino ;) hai fatto tu il funerale a 'sto Ur Profanum!

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