Copertina 8

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2013
Durata:49 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. COLD WAVE ERUPTION
  2. ECOCRACY
  3. DRIFTING STATION
  4. MOMENTS AND MONUMENTS
  5. BLACKWATER HORIZON
  6. CORE RESILIENCY
  7. CHEMICAL DAWN
  8. END(DURANCE), PART III

Line up

  • Øystein Garnes Brun: guitars, keyboards, programming
  • Andreas Hedlund (Vintersorg): bass, vocals, keyboards, programming

Voto medio utenti

Cronian? Season of Mist? Perché no? Promette bene. Avevo già sentito o letto da qualche parte di questa band ma per un motivo o per l'altro non ero mai riuscito a mettermi all'ascolto di questi norvegesi, grave errore. Fatto sta che premo play, e già dopo pochi secondi la mia fronte si corruccia pensando "ma... ma... questo è Vintersorg!". Apriti cielo.

I cari Øystein Garnes Brun (chitarrista e fondatore dei Borknagar) e Andreas Hedlund (aka Vintersorg, dalla carriera costellata di collaborazioni e album di successo) oltre a sfogare la loro creatività con le loro formazioni principali, uniscono la loro arte al servizio di questo "progetto" Cronian che oggi giunge alla terza uscita ufficiale.

Colpisce subito il lavoro di arrangiamento effettuato in ciascun pezzo. Tanti elementi sonori si intrecciano, si scambiano, interagiscono in maniera meravigliosa su una struttura prettamente viking/black metal, creando un'epicità non artefatta con sbrodagli di trombettine, pianole Bontempi e tamburelli, ma qualcosa che colpisce nel profondo ed emoziona.
Descrivere il genere che questo geniale duo propone non è roba semplice. Se vi piacciono i gruppi principali dei due musicisti coinvolti non avrete nessun problema ad apprezzare i Cronian, per gli altri è arduo a parole trasmettere cotanto tripudio sonoro. Parliamo di avantgarde black, progressive post black quel suono, insomma, degli ultimi Enslaved, di Ihshan, degli Arcturus, dei Diabolical Masquerade.
Uno spirito progressive anima i brani, stratificati e in continua evoluzione, parti più lente ed epiche vengono contrapposte ad accelerazioni con screaming vocals mai fuori posto. Una voce magnetica e una tensione palpabile emerge dalle canzoni, quasi come fossero la colonna sonora di un film horror/licantropico. Tutti gli strumenti, siano essi violini, tastiere, un pianoforte, un corno oppure dure distorsioni di chitarra, sono in simbiosi e generano un'onda di suono talvolta avvolgente e meditativa, altre volte lacerante e distruttiva. Non c'è tecnica fine a se stessa ma un insieme di brani in continuo divenire, fuori dagli schemi classici, qui c'è uno scorrere di note, tante, ma ognuna al proprio posto. I Cronian fanno sembrare tutto facile, ma dietro ogni canzone c'è un lavoro e una abilità enorme. E' proprio questa la differenza fondamentale col precedente Enterprise, sempre un gran lavoro, ma questo Erathems è arrangiato meglio e più focalizzato su un punto da colpire, sulla canzone che ti deve fare viaggiare, ma anche farsi ricordare.

Così, mentre il 2013 si avvia verso la chiusura, quando in tanti pensano di aver già individuato i dischi più importanti e tirano le prime somme, tutto viene messo in discussione dall'uscita di questo lavoro.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 23 nov 2013 alle 14:31

Bellissimo.

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