Copertina 4

Info

Anno di uscita:2013
Durata:26 min.
Etichetta:Foreign Sounds

Tracklist

  1. THE NEWEST YOUTH REBELLION
  2. FLAVOR OF THE MONTH
  3. REMOTE CONTROLS AND MOUSEPADS
  4. EAT LIGHTNING CRAP THUNDER
  5. GLOBAL INJUSTICE
  6. ROCK OUT WITH YOUR COCK OUT
  7. ARRIVING AT SUICIDE
  8. ESCAPE UNSUCCESSFUL
  9. DEATH TOLL CONFIRMED
  10. ELECTRONICS, SABOTAGE AND SURVEILLANCE
  11. ESCAPE FROM UNCLE BILL'S LAP
  12. THE NINE ENVELOPES CONTENTS
  13. HOW TO BUILD A SILENCER FOR A SEMI AUTOMATIC WEAPON
  14. MONOROID MANIPULATION
  15. SILENCER, COMPLETED
  16. 212, FUCK YOU

Line up

  • Christopher Ashley: vocals, guitars, bass, synthesizer, programming & electronics
  • Shawn Williams: bass, vocals & synthesizer
  • Brian Cooper: synthesizer & vocals
  • Robert Findlater: drums, acoustic guitars & bass

Voto medio utenti

Il qui presente “The Newest Youth Rebellion” è il primo e unico full-lenght degli Index For Potential Suicide, pubblicato nel 1999 e ripubblicato ora, con art work rinnovato, dalla label della stessa band, la Foreign Sounds, secondo la filosofia DIY (Do It Yourself).
La base di partenza è grindcore, al quale la band aggiunge una forte componente elettronica. Potremmo scomodare l’industrial, il powerviolence, il cybergrind, ma non ce la sentiamo.
Non ce la sentiamo, non perché queste componenti non siano variamente presenti nel sound della band, ma molto semplicemente perché le 16 tracce del disco sembrano incorporare questi elementi in maniera non strutturale, non coerente, disarticolata, sebbene massiccia.
Il risultato è un platter slabbrato, discontinuo, che somiglia più a un puzzle mal combinato che ad un concept ben riuscito.
Troppi riempitivi, troppo rumori a casaccio. Asciuga asciuga di grind ci rimane ben poco, iperamplificato e diluito, con l’aggravante di un singer screamo che è veramente fastidioso.
Qualcuno azzarderà che i nostri sono stati dei pionieri di un certo modo di intendere il grind, che il disco è comunque del 1999, eccetera, eccetera.
Noi preferiamo rimanere ancorati al 2013 e credere alle nostre orecchie, motivo per il quale ci vediamo costretti a stroncare questo disco e a impedire a chicchessia di buttare i propri soldi in un’opera simile.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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