I
Loudness sono di gran lunga la band hard & heavy più famosa del Giappone (ed anche la migliore...) ed il loro leader
Akira Takasaki fonte di ispirazione per innumerevoli chitarristi lungo tutti gli anni '80.
Nascono all'inizio del 1981 quando lo stesso chitarrista ed il batterista
Munetaka Higuchi lasciano la formazione pop di cui facevano parte, i
Lazy, con l'intenzione di fondare un gruppo di heavy metal. A questo punto prelevano dagli
Zephir il bassista
Masayochi Yamashita, mentre dagli
Earthshaker arriva il cantante
Minoru Niihara. Esce il debutto
Birthday Eve, cantato per metà in inglese per metà in giapponese, con influenze più disparate che vanno dai primi
Rush, ai
Deep Purple e
Van Halen, tutto centrifugato per un album subito solido e convincente.
Il successivo
Devil Soldier può risultare più ostico agli occidentali per l'uso di armonie giapponesi, ma in patria i Loudness diventano delle star.
Law Of Devil's Hand dell'83, più melodico, è promosso durante un tour americano e qualche concerto europeo, e proprio in Inghilterra i Loudness registrano il loro album che per il sottoscritto rimane il migliore, ovvero
Disillusion del 1984 (nel frattempo il
Live Loud Alive dello stesso anno suggellava la prima parte della carriera). "Disillusion" ancora una volta mostra l'abilità dei Loudness nell'inserire melodie tipicamente orientali in una cornice comunque occidentale, e sarà anche l'ultimo con questa inclinazione. Il qui presente
Thunder In The East infatti abbandona quelle sonorità, spostandosi nettamente sul mercato americano, ed anche la band come look mostra una certa tendenza per il glam. Viene anche chiamato a produrre il disco
Max Norman (
Ozzy Osbourne,
Y&T) e così il gioco è fatto; i Loudness ora suonano come l'anello di congiunzione mancante tra un gruppo di puro metal come i
Malice ed il class-metal di
Ratt o
Dokken.
Crazy Night infatti mette subito le cose in chiaro, con un riff rama affine alla band di
License To Kill, ma con un coro molto più melodico mentre Takasaki sale sugli scudi. Neanche il tempo di riprendersi da tale scossa di adrenalina che l'assalto frontale di
Like Hell rincara la dose, mentre
Heavy Chains inizia con un intro d'atmosfera ben presto spezzato dall'ennesima colata metallica ed è un vero e proprio "Thunder In The East".
Get Away corre anch'essa veloce sui fraseggi sempre perentori di Takasaki conditi da soli da guitar hero,
We Could Be Tonight chiude il primo lato con un altro riff serratissimo.
Run For Your Life suona più sincopata, con un coro solenne e epicheggiate, con una melodia molto accattivante ed originale. Ma con
Clockwork Toy la marcia riprende spedita su ritmi praticamente speed (non nel senso di
Agent Steel ovviamente).
No way out è più ariosa negli arrangiamenti ed ha il sapore vago dei primi Dokken.
The Lines Are Down possiede un riff irresistibile e riporta i Loudness sui livelli di guardia, una delle migliori canzoni del lotto, dove eruttano materia incandescente.
Never Change Your Mind è l'unica canzone che concede qualcosa all'airplay, ma sempre cesellata da un ottimo gusto per la composizione, anche se in definitiva Thunder In The East rimane un blocco granitico, edificato quasi interamente sull'heavy d'estrazione americana che però può piacere anche ai fans del class-metal e dei guitar hero.