Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2013
Durata:41 min.
Etichetta:Soulseller Records

Tracklist

  1. THE RITUAL
  2. DEAD BUT DREAMING
  3. SOVEREIGN
  4. RE-ANIMATED
  5. NO ONE LEFT TO KILL
  6. THE CRAWLING CHAOS
  7. PHLEGETHON
  8. MADNESS TAKE ME
  9. GREEN RIVER ANTHEM
  10. THE INEVITABLE END

Line up

  • Stoffe Eriksson : guitars, vocals
  • Viktor Eklund : drums
  • Martin Norman : guitars (lead)
  • Tobias Arvidsson : bass, vocals (backing)

Voto medio utenti

Esordio discografico per questa band svedese che nonostante la giovane età ha imparato benissimo la lezione dei padri fondatori dello Swedish death metal…Entombed e, i mai troppo compianti e lodati Dismember, i punti chiari, fermi e indissolubili sui quali poggia la proposta di questo terzetto. L’album si articola su dieci pezzi di cui alcuni (tre e per l’esattezza “Phlegeton”, “Re-Animated” , “Sovereign”) già presenti nel loro “Demo 2011”. La coerenza stilistica e la ferocia esecutiva sono i punti forti della proposta e se in “No One Left To Kill” vi sembrerà di essere di fronte alla perfetta fusione clinica tra Entombed e Unleashed, non meno l’opener “Dead But Dreaming" (dove l’ho già sentito questo titolo?) vi getterà ai piedi di Fred Estby e compagnia. Certo in “The Crawling Chaos” vi aspettate di intendere da un momento all’altro “what man has created…” ma a parte qualche eccessiva scopiazzatura, che in questo caso mi piace più definire come un omaggio, i nostri tre svedesotti pagano pesantemente il loro tributo agli dei del death metal, ma sempre con la dovuta classe e rispetto. Prodotto ai Necromorbus studios da Sverker Widgren dei Demonical, l’album ha un suono classicissimo e tritaossa, il suono esce fuori dagli speaker grosso, grasso e incredibilmente potente e dinamico, grazie anche a delle ritmiche che non smettono mai di guardare ad un thrash più d’annata e a strizzare l’occhiolino a qualcosa di più americano, tipo Death degli esordi. I temi trattati nelle lyrics sono quanto di più classico il genere proponga di solito, con serial killer, sventramenti e nefandezze varie, tutte ben sorrette dal growl potente ma vagamente melodico di Stoffe Eriksson. Il cover artwork è un po’ banalotto e non rende giustizia al packaging proposto, ma si può soprassedere. Tra Necrovation e Puteraeon, nel revival del death svedese, gli Smothered ci stanno benissimo, e pur non inventando niente (ovviamente), si lasciano ascoltare molto molto volentieri. Nella mia personalissima lista degli acquisti gli Smothered non occupano una posizione primaria questo è certo, ma statene pur certi che appena potrò mi accaparrerò questo bel tributo al genere, cosciente che è sempre meglio uno spontaneo lavoro derivato, piuttosto che l’inutile e quanto spocchiosa masturbazione musicale d’avanguardia. Death ‘till death!

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