“Book of Reflections” è il titolo del nuovo lavoro del virtuoso chitarrista svedese Lars Eric Mattsson, musicista dalla vena compositiva che sembra davvero inesauribile, considerando le numerose apparizioni e i mille progetti in cui è sempre impegnato. Il biondo guitar hero scandinavo ci propone la consueta decina di song sinfonico/neoclassiche, composizioni impreziosite dalla presenza di musicisti di notevole valore: dietro al microfono si alterna un quartetto di ottimi singer (Andy Engberg dei Section A, Torgny Stjärnfelt dei Condition Red, Hubi Meisel dei Dreamscape e Mikael Holm dei Winterlong), mentre le tastiere sono suonate da Vitalij Kuprij, che non ha certamente bisogno di presentazioni. Mattsson si è anche occupato delle parti di basso, mentre per quel che riguarda quelle di chitarra e di batteria è stato aiutato da Rusty Cooley e Eddie Sledgehammer. Cosa può offrire questo disco alla scena? In sostanza niente di particolarmente rivoluzionario, ma le canzoni sono comunque scritte bene e sono caratterizzate da una discreta vivacità, sia per la presenza di refrain orecchiabilissimi, sia per la grande melodicità delle parti vocali. Ogni tanto fa capolino qua e là qualche influenza progressive, specialmente nelle parti strumentali, che non sono mai invadenti e che forse danno a questo album una marcia in più rispetto al resto dei dischi di questo genere. “Book of Reflections” è certamente un buon prodotto, magari non gode della grande spinta pubblicitaria che ricevono di solito progetti di questo tipo (non c'è un Kiske o un Boals a calamitare l'attenzione del grande pubblico), ma troverà certamente molti fan in grado di apprezzarlo. Promossi!
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