Come già rilevato per altri
clamorosi comeback, anche qui non si tratta proprio degli
originali Tad Morose, ma della loro attuale reincarnazione, con alcuni nuovi innesti che si sono andati comunque ad affiancare ai due veterani del gruppo, il chitarrista Christer Andersson e il batterista Peter Morén, nella realizzazione di questo "Revenant", lavoro che segue a distanza di ben dieci anni il precedente "Modus Vivendi".
E lo fa pure con buoni risultati, grazie sia alle canzoni contenute sia ai musicisti che vi hanno preso parte, certo non degli sprovveduti, dato che i nuovi innesti sono Ronny Hemlin (cantante dei Lack of Faith, Inmoria, ex Steel Attack), il bassista Tommi Karppanen (anche lui negli Inmoria ed ex Morgana Lefay), e il chitarrista Kenneth Jonsson (oltre a varie formazioni
minori, coinvolto nel ritorno dei Torch).
Meno orientato al Progressive Metal dei primi dischi, "Revenant" prosegue e insiste sul percorso musicale dei più recenti "Matters of the Dark" e "Modus Vivendi", non così distante da quanto proposto da formazioni come Symphorce, Angel Dust o Steel Attack (accostamento inevitabile), ma anche Vicious Rumors e Nevermore.
Un approccio energico ben evidente sin da "Beneath a Veil of Crying Souls", con un Ronny Hemlin che pur non ai livelli di Urban Breed si è calato senza problemi nelle trame di quei Tad Morose che pestano - e non poco - in più di un'occasione come nel caso di "Babylon" o "Death Embrace", e sanno farsi più articolati su "Within a Dream" (con quei cori alla Kamelot) e
doomeggianti con "Ares".
Un bel ritorno sulle scene... incisivo e convincente.
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