Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:47 min.
Etichetta:Bloody Mountain Records

Tracklist

  1. ENTER
  2. CONJURING THE FIRE PLAGUES
  3. DEATH WINDS WILL CLEANSE
  4. INCANTRE
  5. VAST
  6. AT WAR WITH THE OLD WORLD
  7. THE CALM BEFORE WAR
  8. HELLISH DISCHORD
  9. HAMMER PIT
  10. OUTRO (CREATION PT. II)

Line up

  • William: bass
  • Matthew: drums
  • Samuel: guitars, vocals

Voto medio utenti

Francamente, prima di approcciarmi a quest’album, i Valdur mi erano del tutto sconosciuti; è stato l’artwork, davvero intrigante (anche se non ho ancora ben capito cosa ritragga), a stuzzicarmi. Così, svolgendo un po’ di ricerche su internet, ho scoperto di avere a che fare con un trio proveniente dalla California. Ciò, tuttavia, non deve trarre in inganno: niente spiagge assolate, surf e pulzelle discinte. Ci troviamo a Mammoth Lakes (gran bel nome!), sperduto paesino di montagna vicino al confine col Nevada.

In una piccola comunità, circondati da roccia, neve e conifere, i nostri sono evidentemente riusciti ad assorbire le lezioni dei maestri scandinavi, convogliandole in un sound allucinante, oscuro e ostile.
L'ibrido black/death dei Valdur è così: sprezzante, elitario, del tutto disinteressato all’ascoltatore, cui non concede un singolo attimo di respiro. Anzi: come la bambina posseduta dell’Esorcista, ci vomita addosso una velenosa colata di riff spietati, di blast beat a moto perpetuo e di spaventose vocals, che sembrano provenire dalle viscere della terra e narrano di Satana e guerra.

Trovo sia concettualmente errato soffermarsi sui singoli brani. Certo, qualche episodio in grado di spiccare ci sarebbe anche (Death Winds Will Cleanse in primis), ma è indubbio che At War With vada affrontato tutto d’un fiato, senza sosta, considerando i tre quarti d’ora di durata un unico, nero monolite di odio.

Come intuirete, l'assenza di appigli melodici costituisce al tempo stesso pregio e limite: pregio per chi ancora considera il black metal l’estrinsecazione musicale della sofferenza, per chi è cresciuto con certe sonorità e non ha paura di affrontare un viaggio musicale disagevole, al termine del quale si sentirà esausto e confuso.
Limite per chi non sia avvezzo al genere, e soprattutto per chi non abbia intenzione di investire tempo e attenzione: fruendone distrattamente, At War With vi apparirà come un insensato coacervo di casino cosmico (il famigerato “effetto phon”, che rende i dischi black ascoltati a basso volume simili a un indistinguibile brusio di sottofondo, si manifesta qui con particolare forza).

Un lavoro ostico dunque, che tuttavia sarebbe un grave errore snobbare aprioristicamente: la distorta bellezza del caos vi alberga.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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