Angelica è Angelica Rylin, voce (ehm, e non solo quella, in realtà …) dei The Murder Of My Sweet e questo “Thrive” è il suo modo di ossequiare Robin Beck, Ann Wilson delle Heart e Leigh Matty dei Romeo's Daughter, le sue dichiarate eroine vocali della fanciullezza.
A garantire la necessaria adeguatezza dal punto di vista compositivo ci pensano Harry Hess, Robert Sall, Alessandro Del Vecchio e Anders Wigelius, mentre il fedele sodale Daniel Flores s’impegna ancora di più, collaborando alla stesura del programma, producendo e
mixando l’opera e contribuendo altresì in sede esecutiva, al fianco di altri nomi celebri della “scena” quali Jesper Stromblad (In Flames), Magnus Karlsson (Primal Fear), Per Bergquist (Smash Into Pieces) e Matt Guillory (James LaBrie).
Con tali presupposti, difficile fallire, anche perché la graziosa
vocalist svedese dimostra di possedere, oltre a notevoli mezzi tecnici, pure la vocazione “giusta” alla materia, frutto evidentemente di una passione autentica e non estemporanea.
E allora, perché l’
album non decolla nei sensi come dovrebbe? L’unica spiegazione che ho trovato è che al quadro tecnico-interpretativo manchi un pizzico di
grip emotivo, quel misterioso ingrediente capace di rendere un bel pezzo di
rock melodico qualcosa di più di un’impeccabile esercitazione di stile.
La partenza, in realtà, con il contagio istantaneo del singolo “Breaking my heart”, è di quelle da “discone” del genere, e analoghe peculiarità, seppur in una forma leggermente meno incisiva, le ritroviamo anche in “I am strong”, “To your rescue” e “Nothing else you can break”, mentre per proseguire nella stessa sublimazione emozionale è poi necessario attendere il
refrain catalizzante dell’arioso
power-pop-rock “You will never win”, la vivacità malinconica di “I'm not waiting” o ancora la melodia efficace di “Take me to your heart”, che con briciolo di maggiore fluidità avrebbe potuto davvero fare sfracelli.
In mezzo troverete buone
romanticherie come "Can't stop love” e “Losers in paradise” (meglio la prima della seconda …) e frangenti sonori abbastanza intriganti come “Riding out the storm”, “Rain on my parade” e "This kiss is just for you”, tutta “roba”, però, eccessivamente formale, priva dell’indispensabile “fatal magnetismo” e che dubito fortemente potrà avere un impatto veramente decisivo sulle sensibilità
cardio-uditive degli esigenti cultori del settore.
Un discreto “ingresso” nel variopinto universo melodico, dunque, un dignitoso omaggio a modelli (assai “impegnativi”, invero …) per il momento ancora un po’ “lontani” … continuare a lavorare per ridurre il
gap, senza abbandonare lidi sonori a lei sicuramente congeniali, rappresenta l’ambiziosa sfida che attende la bella e brava Angelica, un’artista da seguire con attenzione.
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