Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:46 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. OVER ROVER
  2. BLACK SEA
  3. THESE DAYS
  4. HUMAN VS NATURE
  5. FLEETING THOUGHTS
  6. CAVEMAN LOGIC
  7. SIR LANCELOT
  8. LIFE'S LAST NIGHT
  9. WHEN LIFE GETS SCORCHED
  10. KITTY GONE
  11. DEATH OF MY SOUL
  12. ENOUGH'S ENOUGH

Line up

  • Bobby Liebling: vocals
  • Sonny Vincent: guitar, vocals
  • Hugo Conim: guitar
  • Jimmy Recca: bass
  • Joao Pedro Ventura: drums

Voto medio utenti

I The Limit sono una sorta di supergruppo underground, che comprende una vera leggenda del doom come il vocalist dei Pentagram Bobby Liebling, il bassista dei The Stooges (Jimmy Recca), il fondatore della storica punk-band newyorkese Testors (Sonny Vincent) ed una coppia di musicisti portoghesi della metal band Dawnrider (Hugo Conim e Joao Pedro Ventura).
Quindi influenze doom, metal e punk settantiano. Ne potrebbe venire fuori una miscela davvero ardita ed ambiziosamente originale. In realtà non è così. Questo è semplicemente un disco di punk'n'roll, in tutto e per tutto. Brani brevi e diretti (media due/tre minuti), riff taglienti, molta energia stradaiola e buon livello di orecchiabilità. C'è l'immediatezza di The Stooges/Testors, dei Ramones, dei Television, fino ad arrivare ai The Hellacopters, Peter Pan Speedrock, Electric Frankenstein e compagnia.
In sostanza, una musica epidermica, bruciante, gasolinica, da pogo sudato in un piccolo locale. Fatta bene, da veterani super-esperti. Non sorprendente e fortemente inclinata verso un passato lontano, ma efficace nel proprio contesto.
Le tonalità sempre un pò orrorifiche di Liebling aggiungono sfumature dark alla Misfits, mentre i riff di Vincent hanno quel taglio sporco e urgente da collo di bottiglia spezzato. Episodi brucianti, grezzi e rissaioli ("Over rover", "Caveman logic", "Kitty gone") si alternano a quelli maggiormente catchy e velati di una sottile pennellata malinconica, vedi "Black sea" col suo bel coro intrigante o la gradevole "Fleeting thoughts" che ricorda certo punk statunitense di fine anni '70.

Il disco trasmette una discreta sensazione di freschezza, oltre che di esperienza decennale. Non a livello di originalità, perchè lo stile è strettamente codificato, ma le canzoni possiedono quella grinta sporca e caciarona che ci attendiamo da una proposta del genere. Poi, un Liebling quasi rockabilly ("Life's last night") è comunque qualcosa che vale la pena di sentire.
Lavoro gradevole, onesto, ideale per chi ama il vecchio punk più orecchiabile e trascinante. Non memorabile, però, tenuto anche conto del calibro dei musicisti coinvolti.

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